• Neuralink: che cos’è, storia e obiettivi della startup creata da Elon Musk

    Che si sia degli estimatori o dei detrattori del lavoro di Elon Musk, non si può non concordare con l’assunto secondo il quale l’imprenditore sia sicuramente tra le menti più innovative e rivoluzionarie della nostra contemporaneità; gli investimenti, da parte di quest’ultimo, sono stati numerosi soprattutto per quanto riguarda l’innovazione in alcuni campi, come quello automotive con Tesla o quello spaziale, con SpaceX. 

    E ancora, Elon Musk è alla base di un rinnovamento di X (ex Twitter) che ha acquisito e che ha rivoluzionato attraverso un insieme di caratteristiche; tra le startup che sono state create e avviate da Elon Musk si cita anche Neuralink, azienda statunitense di neurotecnologie fondata nel 2016 e avviata soltanto a partire dall’anno successivo. Ma che cos’è, qual è la storia e, soprattutto, quali sono gli obiettivi della startup creata da Elon Musk? Di seguito, tutto ciò che c’è da sapere a proposito di Neuralink e del suo possibile impatto nel mondo futuro che l’imprenditore tanto ricerca attraverso una serie di soluzioni e aziende create. 

    La storia di Neuralink, startup creata da Elon Musk nel 2016

    Neuralink è una startup creata da Elon Musk nel 2016 ma avviata definitivamente e resa pubblica soltanto a partire dal marzo dell’anno successivo; in collaborazione con l’imprenditore, la creazione di Neuralink è stata determinata anche da Ben Rapoport, Dongjin Seo, Max Hodak, Paul Merolla, Philip Sabes, Tim Gardner, Tim Hanson e Vanessa Tolosa, nel contesto di Fremont (California), dove tuttora c’è la sede principale della società privata. 

    Tutti i fondatori presentano un profilo culturale differente, come voluto da Elon Musk che ha sponsorizzato la nascita di una società che si basasse su studi, comportamenti ideologici e background differenti in termini di studio, per favorire quella che può essere definita come interdisciplinarità applicata al campo scientifico. Oltre tutto, fin dalla sua nascita Neuralink ha assunto numerosi neuroscienziati, basandosi anche su un insieme di finanziamenti da parte di università, che hanno permesso di allargare la platea di impiegati fino a 90 unità, oltre che di finanziare progetti che sono stati messi a punto per creare un collegamento con le intelligenze artificiali. Uno dei progetti di Neuralink è stato presentato attraverso uno strumento simile ad una macchina per cucire, da applicare al cervello per una migliore connessione neuronale e per mezzo di un sistema in grado di leggere velocemente le informazioni del cervello, per cui si è proceduto con una sperimentazione a partire dal 2020. 

    Gli obiettivi di Neuralink e il collegamento con l’intelligenza artificiale

    Secondo Elon Musk, collegare l’uomo con l’intelligenza artificiale è un proposito necessario per evitare di giungere a derive che potrebbero essere disastrose e desolanti per la storia umana. Secondo il blog Wait But Why, che nel 2017 ha analizzato la mission di Neuralink, l’obiettivo da parte della startup è la creazione di dispositivi che possano servirsi delle intelligenze artificiali per garantire la cura di malattie cerebrali nel breve termine, per mezzo di un potenziamento delle facoltà del cervello: tale processo viene definito, dal punto di vista scientifico e sociologico, transumanesimo. 

    La simbiosi con l’intelligenza artificiale che viene tanto ambita da parte di Elon Musk ha dunque il duplice obiettivo di controllare l’ascesa di quest’ultima, affinché non sfugga totalmente al controllo umano, e di velocizzare, migliorare e ottimizzare tutti i possibili strumenti che possono essere legati ad un costante miglioramento delle qualità del cervello e, di conseguenza, della vita umana. Secondo alcune ricerche che sono state effettuate sul campo, Neuralink ha richiesto licenze per la sperimentazione animale, al fine di generare alcune neuroprotesi che in futuro verranno applicate anche per gli esseri umani.

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  • 5 rimedi per combattere il raffreddore

    Durante i mesi autunnali, inizia la stagione del raffreddore e dell’influenza ed è molto difficile evitarli. I virus si diffondono rapidamente nell’aria quando si starnutisce o tossisce e colpiscono persone di tutte le età. Il raffreddore è un’infezione delle vie respiratorie che non ha sintomi così gravi come l’influenza, ma può avere conseguenze serie se colpisce neonati o anziani. In ogni caso, è importante prendersi cura del sistema immunitario per rafforzarlo e ridurre i sintomi il più possibile.

    Tra le principali misure preventive contro il raffreddore, l’alimentazione riveste un ruolo fondamentale. Si dovrebbe seguire una dieta equilibrata e aumentare il consumo di frutta e verdura ricche di vitamina C e D, nonché di minerali come ferro e zinco. Un’altra misura preventiva importante è il riposo e quindi dormire durante le 8 ore raccomandate al giorno. Non bisogna poi dimenticare di fare regolarmente esercizio fisico per ossigenare l’organismo, proteggersi dall’inquinamento e, per quanto possibile, evitare luoghi affollati.

    Di seguito, elenchiamo alcuni rimedi per combattere il raffreddore. Presta molta attenzione!

    1. Idratazione

    Mantenersi idratati è fondamentale quando si è affetti da malattie respiratorie. Brodi caldi, succhi di frutta e, naturalmente, acqua, aiutano a migliorare la congestione e a mantenere adeguati i livelli di idratazione. Nel caso in cui si verifichi un aumento della temperatura corporea, ovvero la febbre, è essenziale bere acqua poiché il sudore comporta la perdita di liquidi e sali minerali dall’organismo.

    2. Alleviare il Dolore alla Gola

    Una gola irritata e dolorante è uno dei peggiori sintomi, specialmente se si parla di bambini piccoli. Come rimedio naturale, fare gargarismi con acqua tiepida e sale allevia il fastidio, ma se la persona ha la febbre o il dolore persiste, è necessario consultare un medico perché attraverso un esame si può valutare se si tratta di un’infezione batterica che richiede uno specifico trattamento medico.

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    3. Combattere la Congestione Nasale

    Avere il naso tappato è un fastidio che impedisce di condurre una vita normale. Rendere il respiro più facile e meno scomodo è essenziale. Si possono fare bagni di vapore per migliorare la situazione, ma se ciò non è sufficiente, si dovrebbe utilizzare uno spray nasale decongestionante. Qui puoi comprare un decongestionante nasale che di fatto è uno spray che rimuove il blocco e ripristina rapidamente la respirazione.

    4. Riposo per i Dolori Muscolari

    Tra i principali sintomi che si manifestano nei primi giorni del raffreddore ci sono i dolori muscolari. La persona si sente apatica, priva di energia e di buon umore, con dolori diffusi in tutto il corpo. In questi casi, può aiutare l’assunzione di un analgesico che allevia questa fastidiosa sensazione. Se i dolori peggiorano, è necessario consultare un medico per accertarsi che non si tratti di un altro tipo di malattia. In questi casi, il riposo è fondamentale per garantire una buona guarigione e impedire che il processo si prolunghi.

    5. Umidità nell’Ambiente

    Durante i mesi più freddi, l’aria negli ambienti domestici diventa più secca a causa del riscaldamento. Quando si ha un raffreddore, è estremamente importante aerare bene la casa e mantenere l’ambiente umido. Quando il naso è congestionato, l’aria secca può causare l’estensione dell’infezione alle vie respiratorie inferiori, come la gola e i bronchi. Un umidificatore è la soluzione adeguata per prevenirlo. Il vapore favorisce il miglioramento della congestione e di tutti i sintomi generali del raffreddore.

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  • I migliori prodotti per il corpo naturali e bio: la scelta giusta per la tua pelle

    Quando si parla di prodotti per il corpo naturali e bio, si fa riferimento a prodotti che contengono ingredienti naturali e biologici, ovvero prodotti che non contengono sostanze chimiche o sintetiche. Questi prodotti sono realizzati con ingredienti derivati da piante, fiori, erbe e oli essenziali, che sono noti per le loro proprietà curative e benefiche per la pelle.

    Inoltre, i prodotti per il corpo naturali e bio sono prodotti che rispettano l’ambiente e gli animali, utilizzando ingredienti provenienti da coltivazioni biologiche e non testati su animali.

    In questo articolo vedremo quali sono i migliori prodotti per il corpo naturali e bio, i benefici, come sceglierli e utilizzarli nel modo corretto, per una pelle luminosa e morbida.

    I benefici dei prodotti per il corpo naturali e bio

    I prodotti per il corpo naturali e bio offrono numerosi benefici per la salute e la bellezza della pelle. In primo luogo, questi prodotti contengono ingredienti naturali e biologici, che sono noti per le loro proprietà curative e benefiche per la pelle. Ad esempio, l’olio di cocco è un ingrediente naturale che idrata e nutre la pelle, mentre l’aloe vera ha proprietà lenitive e anti-infiammatorie.

    Inoltre, i prodotti per il corpo naturali e bio sono privi di sostanze chimiche o sintetiche, che possono danneggiare la pelle e causare irritazioni o reazioni allergiche. Questi prodotti sono quindi adatti anche alle persone con pelli sensibili o delicate.

    Infine, i prodotti per il corpo naturali e bio rispettano l’ambiente e gli animali, utilizzando ingredienti provenienti da coltivazioni biologiche e non testati su animali. In questo modo, si contribuisce a preservare la natura e a proteggere gli animali.

    I migliori prodotti per il corpo naturali e bio

    Esistono numerosi prodotti per il corpo naturali e bio, ognuno dei quali è specifico per un’esigenza della pelle. Di seguito, sono elencati alcuni dei migliori prodotti per il corpo naturali e bio, da utilizzare per la cura della pelle del corpo.

    • Olio di cocco: l’olio di cocco è un ingrediente naturale che idrata e nutre la pelle del corpo. Può essere utilizzato come crema idratante per il corpo, oppure come olio per massaggi.
    • Burro di karité: il burro di karité è un ingrediente naturale che lenisce e nutre la pelle del corpo, proteggendola dalle aggressioni esterne. Può essere utilizzato come crema idratante per il corpo, oppure come burro per il massaggio.
    • Olio di mandorle dolci: l’olio di mandorle dolci è un ingrediente naturale che idrata e nutre la pelle del corpo, rendendola morbida e setosa. Può essere utilizzato come crema idratante per il corpo, oppure come olio per massaggi.
    • Olio di rosa mosqueta: l’olio di rosa mosqueta è un ingrediente naturale che aiuta a prevenire le rughe e le linee sottili sulla pelle del corpo. Può essere utilizzato come olio per massaggi o come crema idratante per il corpo.
    • Gel di aloe vera: il gel di aloe vera è un ingrediente naturale che lenisce e idrata la pelle del corpo, aiutando a prevenire le irritazioni e le reazioni allergiche. Può essere utilizzato come crema idratante per il corpo, oppure come gel lenitivo per le zone del corpo più sensibili.

    Come scegliere i prodotti per il corpo naturali e bio

    Per scegliere i migliori prodotti per il corpo naturali e bio, è importante leggere le etichette e verificare la presenza di ingredienti naturali e biologici. Inoltre, è importante scegliere prodotti che siano adatti al proprio tipo di pelle e alle proprie esigenze.

    Inoltre, è possibile consultare le recensioni di altri utenti e i siti specializzati nel settore, che offrono consigli e recensioni sui migliori prodotti per il corpo naturali e bio disponibili sul mercato.

    Infine, è importante prestare attenzione alla provenienza dei prodotti, scegliendo prodotti provenienti da aziende che rispettano l’ambiente e gli animali e che utilizzano ingredienti provenienti da coltivazioni biologiche.

    Come utilizzare i prodotti per il corpo naturali e bio

    Per ottenere i migliori risultati dalla cura della pelle del corpo con i prodotti naturali e bio, è importante utilizzarli correttamente. In primo luogo, è importante lavare la pelle del corpo con acqua tiepida e delicati detergenti naturali, senza utilizzare prodotti troppo aggressivi o chimici.

    Inoltre, è importante utilizzare la giusta quantità di prodotto per il corpo, massaggiando delicatamente la pelle per favorire l’assorbimento dei principi attivi. Infine, è importante utilizzare i prodotti per il corpo naturali e bio con costanza, per ottenere i migliori risultati nel tempo.

    Conclusioni

    I prodotti per il corpo naturali e bio rappresentano la scelta giusta per chi desidera prendersi cura della propria pelle in modo naturale e rispettoso dell’ambiente. Grazie alla presenza di ingredienti naturali e biologici, questi prodotti offrono numerosi benefici per la salute e la bellezza della pelle del corpo, senza danneggiarla con sostanze chimiche o sintetiche.

    Per scegliere i migliori prodotti per il corpo naturali e bio, è importante leggere le etichette e verificare la presenza di ingredienti naturali e biologici, scegliere prodotti adatti al proprio tipo di pelle e alle proprie esigenze, e prestare attenzione alla provenienza dei prodotti.

    Utilizzati correttamente e con costanza, i prodotti per il corpo naturali e bio possono contribuire a mantenere la pelle del corpo morbida, idratata e luminosa, promuovendo al contempo il benessere dell’ambiente e degli animali.

     

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  • Come funziona il dimagrimento localizzato, fianchi, cosce e pancia

    Il dimagrimento localizzato è una delle sfide più impegnative per chi vuole perdere peso. In particolare, per le donne le zone in cui si accumula maggiormente il grasso sono i fianchi, le cosce e la pancia. Per gli uomini, invece, una delle problematiche principali è data dall’accumulo di grasso nella zona addominale.

    Ma si può indurre il dimagrimento localizzato e come è possibile perdere peso sulla pancia, fianchi e cosce?

    Lo scopriamo in questa guida sul dimagrimento localizzato e le tecniche più efficaci per ottenere i risultati desiderati.

    Come funziona il dimagrimento localizzato? È davvero possibile?

    Per comprendere come funziona il dimagrimento localizzato è importante conoscere i meccanismi alla base dell’accumulo di grasso in alcune parti del corpo.

    Innanzitutto, il grasso corporeo non si distribuisce uniformemente nel nostro organismo.

    Fianchi, cosce e pancia sono le zone in cui il tessuto adiposo tende ad accumularsi maggiormente nelle donne, mentre l’addome quello che più diventa prominente negli uomini che soffrono di problemi di obesità.

    Queste differenze dipendono principalmente a livello ormonale.

    Il grasso corporeo però non può essere eliminato in modo localizzato o selettivo in un’unica zona del corpo.  Quando si perde peso si dimagrisce in tutto il corpo. Solo in alcune aree si potrebbe perdere peso con tecniche che aiutano a ridurre il grasso corporeo più velocemente, ad esempio su nutrizionesana.it si spiega in modo pratico come dimagrire la pancia.

     Seguendo le giuste tecniche e i consigli è possibile, dunque, migliorare alcune zone del corpo inducendo la creazione di una muscolatura più tonica e meno adiposa, caratterizzata quindi principalmente dalla massa magra anziché da massa grassa.

    I metodi migliori per perdere peso su pancia, fianchi e cosce

    Esistono diversi metodi che permettono di perdere peso sulla pancia, sui fianchi e nella zona delle cosce.

    Il primo passo è quello di indurre la perdita di peso in tutto il corpo seguendo dei comportamenti alimentari e d’allenamento corretti. In questo modo si potrà lavorare al meglio sul dimagrimento localizzato. Una dieta equilibrata è molto importante per riuscire a perdere peso, ridurre il tessuto adiposo su tutto il corpo, sui fianchi, nella zona delle cosce e della pancia. La dieta mediterranea è spesso una delle soluzioni più indicate per indurre una perdita di peso in tutto il corpo e sul lungo periodo.

    Esercizio fisico mirato

    Per indurre il dimagrimento localizzato in aree specifiche del corpo quali: cosce, fianchi e pancia, bisogna fare il giusto allenamento. Gli esercizi mirati sono una tecnica efficace per ridurre il grasso corporeo in alcune parti del corpo.

    Ad esempio, gli esercizi per la parte interna delle cosce possono aiutare a tonificare e rassodare la zona, mentre gli addominali aiutano a ridurre il grasso nella zona addominale.

    Ci sono diversi esercizi e sport che si possono fare per riuscire a perdere peso in modo corretto ed equilibrato. Ad esempio, si può unire l’allenamento aerobico a quello anaerobico, in questo modo si lavora sia sull’indurre una maggiore termogenesi del corpo sia sulla propria muscolatura.

    Massaggi e trattamenti

    Infine, tra i massaggi e trattamenti estetici permettono di supportare la riduzione del grasso corporeo insieme a dieta e allenamento. Un ottimo modo per ridurre la cellulite sulle gambe, sulle braccia, nella zona del ventre è il massaggio linfodrenante che supporta la riduzione della ritenzione idrica e riduce il gonfiore nella zona delle cosce e dei fianchi.

    I trattamenti che si possono fare in questo ambito prevedono anche l’uso di ultrasuoni che sono in grado di ridurre al meglio il tessuto adiposo soprattutto nella zona addominale.

    Infine, da soli è possibile migliorare lo stato del derma attraverso creme e fanghi.

     

     

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  • Acne: cause e rimedi

    L’acne è una malattia molto frequente tra gli adolescenti ed un po’ meno diffusa per quanto riguarda gli adulti. Non è solo una questione prettamente estetica, ma può anche portare ad un forte stress emotivo per chi ne soffre.

    Proprio per questo motivo è molto importante tenerla controllata e curarla. Nelle prossime righe andremo a vedere quali sono le principali cause dell’acne e come poterla curare.

    Cos’è l’acne

    L’acne è un’infiammazione che viene causata da un eccessivo funzionamento delle ghiandole sebacee che circondano la base dei peli e producono il sebo, una sostanza grassa che è necessaria per proteggere la pelle.

    Il sebo in eccesso che si deposita sui follicoli li ostruisce e forma così i cosiddetti punti neri.

    Questo processo aumenta la proliferazione dei batteri che possono creare a loro volta dei brufoli o delle pustole che di conseguenza provocano prurito.

    Sintomi dell’acne

    L’acne può manifestarsi con diversi gradi di gravità e i principali sintomi sono:

    • punti neri o comedoni, formati principalmente da sebo;
    • papule che sarebbero dei piccoli rilievi solidi di colore rosato, potrebbero essere dolorose al tatto;
    • pustole, piccoli rilievi solidi con al centro una punta bianca contenente pus;
    • noduli: si formano sotto pelle e sono dolorosi;
    • cisti: sotto pelle, dolorose e piene di pus.

    Cause dell’acne

    L’acne può essere causata da diversi fattori. Il principale è la predisposizione individuale, oppure le alterazioni ormonali. Infatti, i periodi principali durante i quali una persona viene colpita dall’acne sono: l’adolescenza, le mestruazioni e la gravidanza.

    Lo stress, l’utilizzo di alcuni farmaci e la troppa esposizione al sole sono fattori che non provocano acne, ma possono peggiorarla.

    Per alcune donne, soprattutto dopo i 25 anni, l’utilizzo improprio di cosmetici può essere causa di acne.

    Ultima causa può essere la formazione di un batterio, il Propionibacterium acnes, che se produce troppo sebo può creare pustole o punti neri fastidiosi.

    Come prevenire l’acne

    Per prevenire l’acne è molto importante evirare i metodi “fai da te”, ma è necessario affidarsi a professionisti della pelle, come per esempio Clinica Tarabini, che sarà sicuramente in grado di consigliarti quali sono le buone abitudini da assumere e quali rimedi seguire per poter arginare il problema.

    Nel caso in cui tu soffra già di acne ed il processo fosse già avviato, non preoccuparti. Affidati sempre a dei professionisti del settore che saranno in grado di risolvere il tuo problema.

    Skincare viso

    Chi soffre di acne, deve lavare la faccia mattina e sera, utilizzando sempre dei detergenti poco schiumogeni e sebo regolatori. Questi ultimi servono a rimuovere il sebo in eccesso, senza essere troppo aggressivi.

    Una volta a settimana, sarebbe ottimale riuscire a fare una maschera a base di argilla.

    Quando schiacciare i brufoli

    Sarà sicuramente capitato almeno una volta nella nostra vita di guardarci allo specchio e notare nel nostro riflesso un brufolo che volevamo a tutti i costi schiacciare, sappiamo molto bene che la tentazione è tanta. Non tutti i brufoli però sono “esplodibili”, infatti andare a schiacciarne uno non ancora pronto potrebbe causare un’ulteriore infiammazione che alimenterebbe tutto il processo.

    È sempre meglio utilizzare un sottilissimo ago sterilizzato e far esplodere sono quelli che sono di un colore bianco-giallastro, con il pus ben visibile.

    Importanza dell’alimentazione

    Un’alimentazione ricca, sana e nutriente aiuta molto ad evitare l’acne. È molto importante ingerire degli alimenti che contengono sostanze come lo zinco, le vitamine A ed E, gli acidi grassi, gli omega-3, gli antiossidanti che aiutano a rendere la pelle più forte e ad alleviare l’infiammazione.

    Anche i cibi con un indice basso glicemico aiutano a prevenire e curare l’acne.

    Gestire lo stress

    Compatibilmente con la propria persona e i propri hobby è fondamentale riuscire a ritagliarsi del tempo per sfogarsi e rilassarsi. Lo stress, infatti è una delle principali cause di acne.

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  • Come curare le carie ai denti

    La carie è forse tra i problemi più comuni che interessa la nostra salute dentale. Il problema sostanziale è che abbiamo paura tutti di andare dal dentista, e trascuriamo la salute della nostra igiene orale. Eppure in giro, ci sono molti professionisti validi del settore: Clinica Tarabini è una clinica privata ormai rinomata nella provincia di Modena e Carpi perché conta uno staff di professionisti specializzati nell’ortodonzia ed endodonzia. Detto quanto andiamo a vedere come curare le carie ai denti.

    Prime nozioni preventive

    La migliore soluzione per la carie è la prevenzione. Ci vorrebbe un’ottima igiene dentale, una pulizia professionale fatta almeno due volte l’anno, nonché una sana alimentazione. Basta anche uno di questo aspetti, e la salute dentale si compromette oltremodo. Quando dunque qualcosa non va, la sola cosa che resta da fare è rivolgersi ad un dentista. In particolare quando l’effetto carioso ha colpito smalto e dentina fino alla polpa, non c’è altro da fare che devitalizzare il dente.

    La paura del dentista porta molte persone a chiedersi se si possa guarire evitando l’otturazione. Se si legge qua e là sul web è facile imbattersi in suggerimenti di tecniche alternative che promettono la guarigione di carie e altri problemi senza usare trapano. In vero però, ci vuole una tecnica completa e professionale: è discrezione del dentista decidere come quando e in che termini curare il paziente.

    Curare la carie con Prep Start

    Il Prep Start è una innovativa tecnica che si fonda sull’uso di strumenti basati sul biossido di alluminio, ovvero un minerale basato su particelle micronizzate che impiega energia cinetica per intaccare il tessuto dentario cariato. È d’obbligo in tal senso l’uso di una certa manualità per andare ad indirizzare in modo opportuno la calibrazione, anche perché il dentista deve toccate solo il tessuto dello smalto e/o andare a rimuovere la dentina cariata, per cui ci vuole attenzione a non intaccare il tessuto dentale sano.

    Il laser

    Qualche esperto professionista del settore si lancia spesso in metodi innovativi per la cura della nostra igiene dentale. Tra i metodi più impiegati troviamo l’uso del laser, anche se non è frequente, in quanto qualcuno ritiene che possa comportare qualche svantaggio al nostro organismo. C’è da dire infatti che il laser ha un funzionamento tale (sulla punta del manipolo) da poter raggiungere anche temperature troppo elevate che vanno a provocare il surriscaldamento del dente con conseguente necrosi. Per cui ci vuole una precisione così meticolosa che molti dentisti preferiscono ovviare a questa soluzione, anche perché il rumore dell’apparecchio è talmente intenso da spaventare il paziente, tenerlo agitato, e quindi rendere troppo difficoltoso il trattamento.

    Il dentifricio anti carie

    I dentifrici per rigenerare lo smalto sono un prodotto molto valido che si trova in commercio. Molti di coloro che l’hanno provato si sono resi conto che è in grado di attenuare la presenza eventuale di carie. Tuttavia ad oggi risulta complicato poter confermare senza ombra di dubbio che il dentifricio sia in grado di rigenerare lo smalto andando quindi ad otturare il buco causato dalla carie. Pertanto, si può dire che un dentifricio anti carie può aiutare contro questo inestetismo dentale a patto che non sia già avvenuta l’erosione dello smalto. In caso contrario, l’organismo infatti non è in grado di andare a rigenerare lo smalto in automatico, e il dentifricio da solo non basta. Certo, ammettiamo anche che in farmacia si trovano anche (il prezzo è molto più alto di quelli appena descritti) dentifrici a base di silicato di calcio e fosfato di sodio che dovrebbero garantire una rigenerazione dell’82% dello smalto  (ad onore del vero alcuni promettono anche l’avvenuta  chiusura di eventuali fori minuscoli che di solito sono provocati da abuso di bibite gassate o alimenti zuccherati).

    Ad ogni modo, secondo quanto consigliato il dentista, un prodotto del genere può essere sicuramente utile per rendere più forte lo smalto dentale, ma non possono agire come la classica otturazione. Si sconsiglia pertanto di affidarsi a dentifrici particolari, anzi, meglio prendere il toro per le corna e avere il coraggio di risolvere la carie nel modo opportuno, cioè rivolgendosi al dentista.

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  • Sindrome del tunnel carpale: cos’è e come si cura?

    La sindrome del tunnel carpale è una fastidiosa neuropatia periferica che numerose persone sperimentano nel corso della loro vita. Le sue cause scatenanti sono numerose e la problematica coinvolge il cosiddetto “tunnel carpale”, ossia uno stretto canale che si trova nel polso, all’interno del quale passano il nervo mediano e i tendini flessori delle dita della mano.

    Il nervo mediano è posizionato nella parte del polso che guarda verso il palmo ed è proprio lui a fornire sensibilità al dito indice, al pollice, al medio e al lato dell’anulare rivolto sempre verso il pollice. È chiaro quindi che una patologia in questa zona del corpo può comportare deficit sia alla normale sensibilità, sia all’uso della mano, causando anche importanti impedimenti nelle normali attività quotidiane.

    Le cause della sindrome del tunnel carpale

    Essenzialmente sono l’aumento della pressione o lo schiacciamento del nervo mediano a scatenare la sindrome. Le ragioni che causano questa condizione possono essere numerose, sia di natura anatomica che di natura infiammatoria. Ad esempio, la pressione sul nervo può aumentare a causa di un’infiammazione della guaina che riveste i tendini flessori o in conseguenza di malattie caratterizzate da forte infiammazione, come l’artrite reumatoide.

    Esistono anche fattori anatomici che possono facilitarne la comparsa: ad esempio un tunnel carpale più piccolo (condizione più presente nelle donne), l’azione deformante delle artriti sulle piccole ossa del polso, o ancora fratture di questa zona che modificano lo spazio interno del tunnel carpale.

    Le malattie che tendenzialmente danneggiano la salute dei nervi, come le patologie della tiroide o il diabete, possono essere annoverate tra le cause del disturbo. Anche una forte ritenzione idrica, l’obesità o la menopausa sono fattori che incrementano le probabilità di soffrire della sindrome del tunnel carpale.

    Quali sono i sintomi?

    In genere la patologia si presenta con un marcato formicolio che interessa le prime dita della mano, con un generale intorpidimento del pollice, dell’indice, del medio e dell’anulare, che non interessa tipicamente il mignolo, non innervato dal nervo mediano.

    Spesso la condizione è accompagnata anche da dolore, che si accentua durante la notte. La sintomatologia è inizialmente intermittente, ma tende a diventare costante se non trattata adeguatamente. Nelle fasi più avanzate del disturbo, il soggetto presenta anche deficit motori e una spiccata debolezza alle dita della mano, che rende difficile afferrare anche i normali oggetti di uso quotidiano.

    Per diagnosticare la sindrome del tunnel carpale sono si può eseguire innanzitutto un’anamnesi completa del paziente, nonché dei test di laboratorio o un’elettromiografia che possa mostrare lo stato complessivo del nervo mediano.

    Come si cura la sindrome del tunnel carpale?

    Per trattare la sindrome del tunnel carpale è innanzitutto indispensabile riconoscerne prontamente i sintomi e diagnosticare il disturbo nelle sue prime fasi. Quando la problematica è infatti ancora in uno stadio non critico è possibile trovare sollievo applicando sulla parte interessata una pomata per tunnel carpale, che possa esercitare un effetto antinfiammatorio e antidolorifico.

    Le più efficaci contengono principi naturali come l’arnica, un potente antinfiammatorio di origine vegetale che può calmare il dolore e il senso di intorpidimento causato dal disturbo al nervo mediano. Anche altri ingredienti lenitivi e rinfrescanti possono servire per trattare con successo la sindrome, come ad esempio l’artiglio del diavolo o l’eucalipto.

    Nei casi più gravi o diventati cronici a causa del mancato trattamento tempestivo, è necessario ricorrere a interventi chirurgici, per cercare di creare più spazio per il nervo all’interno del tunnel carpale. L’operazione richiede ovviamente un’attenta valutazione preventiva, nonché un adeguato periodo di convalescenza, che possa aiutare il polso a riprendere le sue normali funzionalità.

    Possono occorrere anche diversi mesi prima che la mano torni nel pieno delle sue forze. Anche nei casi in cui i sintomi, come formicolio o piccoli dolori, non scompaiono del tutto, vengono in ogni caso parecchio contenuti permettendo al paziente di svolgere tutte delle attività a cui desidera dedicarsi.

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  • Cos’è la liposuzione e quando è indicata?

    La liposuzione è un intervento di chirurgia estetica tra i più popolari. Numeri alla mano, è tra i più richiesti assieme alla mastoplastica additiva. Quando lo si chiama in causa, bisogna innanzitutto sapere che, oggi come oggi, è una procedura sicura e rapida, che può essere eseguita senza problemi anche in day hospital senza bisogno di alcuna degenza.

    In cosa consiste di preciso? Nell’esecuzione di piccole incisioni chirurgiche – non impattano a livello estetico in quanto sono spesso nascoste nelle pieghe della pelle – attraverso le quali viene fatta passare una cannula che, successivamente, aspira il cosiddetto diet resistant fat.

    Con questa espressione anglosassone, si inquadra il grasso resistente alla dieta e allo sport. Per la precisione, si parla di accumuli di grasso su soggetti già di loro normopeso. La liposuzione, infatti, non va considerata come un intervento per dimagrire quanto più per rimodellare il corpo.

    In caso di pazienti in forte sovrappeso, prima di procedere con l’eliminazione di eventuali accumuli di grasso resistenti alla dieta e allo sport si attende il raggiungimento e il mantenimento del peso forma per un lasso di tempo di circa sei mesi/un anno.

    Dove si effettua?

    La liposuzione è un intervento che si può effettuare in diverse zone del corpo. Perfetto per cosce e glutei, è indicato anche per l’addome. In tutti i casi, è importante che non siano presenti lassità cutanee. In questo frangente, entrano in gioco altre opzioni, come per esempio i trattamenti con la radiofrequenza.

    Come già detto è un intervento sicuro, che può prevedere diversi tipi di anestesia. Tra questi spicca la locale con leggera sedazione, ma anche l’anestesia epidurale. Quest’ultima viene spesso presa in considerazione nei casi in cui si deve intervenire nella parte inferiore del corpo.

    Liposuzione: un intervento sempre più apprezzato dagli uomini

    Anche se il bacino d’utenza della chirurgia estetica continua a rimanere prevalentemente femminile, negli ultimi anni è cresciuto notevolmente il numero di uomini che accedono agli interventi e ai trattamenti estetici, richiedendo, tra le varie opzioni, anche la liposuzione.

    Il post operatorio

    Sono tante – e per ovvi motivi  – le persone che si pongono domande in merito al post operatorio della liposuzione. Essendo un intervento poco invasivo, l’iter successivo all’intervento è abbastanza agevole ma richiede comunque attenzioni e riposo, almeno per i primi giorni.

    Una delle accortezze più importanti riguarda la guaina compressiva. Si tratta di un aspetto che a qualcuno potrà dare un po’ fastidio ma che è molto importante per la riuscita estetica dell’intervento. La guaina, ovviamente, può essere tranquillamente rimossa per espletare le normali pratiche igieniche quotidiane, ma dev’essere utilizzata per almeno 6/8 settimane.

    Un altro aspetto su cui fare attenzione riguarda le cicatrici, che vanno curate e tenute lontane dai raggi UV.

    Per il resto, ricordiamo che in un lasso di tempo compreso fra i 3 e i 5 giorni si ritorna a svolgere le proprie attività quotidiane. Dopo l’intervento di liposuzione, che può avere una durata compresa fra i 30 minuti e le 2 ore circa – tutto poi dipende da aspetti come l’ampiezza dell’area da trattare – si può tornare a svolgere l’attività sportiva anche dopo 6 settimane.

    Il risultato è definitivo?

    Le persone che si approcciano alla liposuzione si chiedono spesso se il risultato che si può ottenere con l’intervento sia definitivo. Premettendo il fatto che, come già detto, non si parla di un intervento dimagrante – per perdere peso c’è la dietoterapia – rammentiamo che, in linea di massima, l’esito dura per sempre. Certo, il paziente può ingrassare. L’aspetto positivo riguarda il fatto che, se l’intervento di liposuzione viene effettuato a partire da una condizione di peso forma, l’adipe risulterà distribuito in maniera più equilibrata.

    Come prepararsi all’intervento di liposuzione

    Non ci sono consigli particolari per prepararsi a un intervento di liposuzione. L’unica cosa da fare è affidarsi a un chirurgo esperto, possibilmente scelto dopo aver visionato qualche scatto “prima – dopo”.

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  • Sospetta infertilità: quali esami fare?

    L’infertilità di coppia è una problematica purtroppo molto diffusa. Definibile scientificamente come incapacità di ottenere una gravidanza a seguito di massimo 24 mesi di rapporti completi non protetti, riguarda circa il 15% delle coppie italiane. Nel mondo, la percentuale si aggira attorno al 12. Considerata dall’OMS come una vera e propria patologia, può essere in alcuni casi risolta attraverso le tecniche di procreazione medicalmente assistita.

    Prima di arrivare a questo punto, è però necessario soffermarsi sull’iter di esami necessario per arrivare alla diagnosi. Premettendo il fatto che ogni coppia è diversa e che mai come in questo caso è necessario adottare un approccio sartoriale, ricordiamo l’esistenza di alcuni esami che possono essere considerati come riferimento di partenza. Quali sono? Scopriamolo assieme nelle prossime righe.

    Infertilità femminile: gli esami pre diagnosi

    Per accertare un’eventuale causa femminile dell’infertilità, i ginecologi prescrivono prima di tutto i dosaggi ormonali. Ecco l’elenco degli esami e quando effettuarli:

    • FSH
    • LH
    • Estradiolo
    • Prolattina

    In questo caso è molto importante il momento in cui ci si sottopone ai prelievi di sangue. L’ideale è tra il 2° e il 3° giorno del ciclo mestruale. Quando si ha a che fare con il TSH – l’ormone tireostimolante i cui valori sono fondamentali per ottenere una gravidanza in quanto legati a filo doppio all’efficienza dell’ovulazione – con l’antimulleriano, indicatore della riserva ovarica, e con l’Ft4, non ci sono particolari vincoli di tempo.

    In alcuni frangenti, lo specialista può prescrivere esami strumentali come l’isterosalpingografia, indagine radiologica caratterizzata da un basso livello di invasività. Questo esame – che a Parma e dintorni può essere effettuato facendo riferimento a un nome di spicco come Radiologia Pasta – ha lo scopo di valutare la pervietà delle tube di Falloppio grazie al ricorso a un mezzo di contrasto. Grazie a questa indagine, si ha altresì la possibilità di individuare eventuali malformazioni uterine.

    Proseguendo con l’elenco degli esami strumentali che si possono chiamare in causa in caso di sospetta infertilità femminile, un doveroso cenno va dedicato anche all’isteroscopia. Procedura di natura endoscopica, permette di analizzare a fondo la cavità uterina e di procedere eventualmente alla rimozione di aderenze intrauterine. In situazioni come quella appena descritta, tipica di chi soffre di endometriosi, si parla di isteroscopia operativa.

    Tornando invece agli esami che si effettuano attraverso prelievi di sangue, non si può non citare il pannello delle trombofilie ereditarie. Grazie a questa indagine, il ginecologo ha la possibilità di individuare la presenza di quadri che possono causare aborti precoci. Questa tipologia di esame viene prescritta spesso anche alle donne diabetiche che cercano una gravidanza.

    Infertilità con causa maschile: quali esami vengono prescritti?

    Nel 20% delle coppie infertili, la causa è legata alla condizione riproduttiva maschile. Per arrivare alla diagnosi, si considera come esame di partenza lo spermiogramma. Questa indagine prevede l’analisi del liquido seminale dell’uomo a seguito di un periodo di astinenza compreso tra i 2 e i 5 giorni. Sono diversi i fattori che vengono valutati dal laboratorio. Si guarda nello specifico il numero degli spermatozoi, la loro motilità e la forma.

    Quali sono i parametri di riferimento? A rispondere a questa domanda ci ha pensato l’OMS nel 2010 con le seguenti indicazioni:

    • Concentrazione: 15 milioni di spermatozoi/ml o 39 milioni totali;
    • Motilità progressiva del 32%;
    • Forme normali non inferiori al 4%.

    A seguito dello spermiogramma, si può arrivare alla diagnosi di oligospermia, astenospermia o teratospermia. Se possibile, è bene evitare di sottoporsi al test dopo un intervento chirurgico o a seguito della guarigione dalla febbre. In questi frangenti, infatti, il risultato può essere falsato.

    Ricordiamo che un altro esame fondamentale per valutare la fertilità maschile è la spermiocoltura, che indaga la presenza di eventuali infezioni a livello spermatico, fattori che possono compromettere fortemente le possibilità di concepimento.

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  • Come gestire lo stress sul posto di lavoro

    Il lavoro può essere fonte di molta soddisfazione e realizzazione personale, ma può anche essere molto stressante. Lo stress sul posto di lavoro può avere un impatto negativo sulla salute mentale e fisica dei dipendenti, sulla produttività e sull’efficienza del lavoro. In questo articolo, esploreremo alcuni consigli pratici per gestire lo stress sul posto di lavoro.

    Identificare le fonti di stress

    La prima cosa da fare per gestire lo stress sul posto di lavoro è identificare le fonti di stress. Ci sono molte fonti di stress sul posto di lavoro, come ad esempio le scadenze, le pressioni del capo, le relazioni conflittuali con i colleghi, la mancanza di risorse e la sovraccarico di lavoro. Una volta identificate le fonti di stress, è possibile adottare strategie specifiche per gestirle.

    Adottare tecniche di gestione dello stress

    Ci sono molte tecniche di gestione dello stress che possono aiutare a ridurre lo stress sul posto di lavoro. Alcune tecniche popolari includono la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda, la visualizzazione e l’esercizio fisico. È importante trovare la tecnica che funziona meglio per te e integrarla nella tua routine quotidiana.

    Mantenere uno stile di vita sano

    Uno stile di vita sano può aiutare a ridurre lo stress sul posto di lavoro. Ciò include una dieta equilibrata, un sonno adeguato e sufficiente, l’esercizio fisico regolare e l’evitare di fumare o bere alcolici in eccesso. Questi fattori possono migliorare la salute mentale e fisica e aiutare a far fronte allo stress.

    Comunicare in modo efficace

    Una comunicazione efficace è essenziale per gestire lo stress sul posto di lavoro. A volte, il modo in cui comunichiamo può aggravare lo stress e la tensione sul posto di lavoro. Imparare a comunicare in modo chiaro ed efficace, ad ascoltare attivamente gli altri e a risolvere i conflitti può aiutare a ridurre lo stress.

    Fare delle pause

    Fare delle pause regolari durante la giornata lavorativa può aiutare a ridurre lo stress sul posto di lavoro. Le pause possono aiutare a rilassarsi e a ripristinare l’energia, migliorare la produttività e la concentrazione e ridurre la tensione. Una breve passeggiata, una pausa per lo stretching o un breve riposo possono essere un’ottima soluzione per ridurre lo stress.

    Fare del lavoro un piacere

    Infine, fare del lavoro un piacere può essere un’ottima soluzione per gestire lo stress sul posto di lavoro. Trovare un lavoro che ti piace può ridurre lo stress e aumentare la soddisfazione sul posto di lavoro. Cving.com può essere uno strumento utile per cercare e trovare lavoro, ma è importante ricordare che la gestione dello stress sul posto di lavoro dipende da molti fattori.

    In sintesi, gestire lo stress sul posto di lavoro richiede la comprensione delle fonti di stress, l’adozione di tecniche di gestione dello stress, uno stiledi vita sano, una comunicazione efficace, delle pause regolari e, se possibile, fare del lavoro un piacere. Ricorda che ogni persona è diversa e ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra. Sperimenta diverse tecniche e strategie per trovare quelle che funzionano meglio per te.

    Inoltre, non esitare a chiedere aiuto se lo stress diventa troppo difficile da gestire da solo. Parla con il tuo capo, un collega di fiducia o un professionista della salute mentale per ottenere supporto e aiuto.

    In conclusione, la gestione dello stress sul posto di lavoro è importante per la salute e il benessere dei dipendenti, nonché per la produttività e l’efficienza sul lavoro. Identificare le fonti di stress, adottare tecniche di gestione dello stress, mantenere uno stile di vita sano, comunicare in modo efficace, fare delle pause regolari e fare del lavoro un piacere sono alcune delle strategie utili per gestire lo stress sul posto di lavoro. UN buon portale per cercare e trovare lavoro  può aiutare nella ricerca di un lavoro che si adatti alle proprie esigenze, ma la gestione dello stress sul posto di lavoro dipende da molti fattori e richiede l’impegno di ogni dipendente.

     

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