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Coppa mestruale: cos’è e perché rivoluziona l’igiene femminile

L’universo dell’igiene femminile ha attraversato un’evoluzione significativa negli ultimi anni, con l’emergere di nuove alternative alle tradizionali opzioni disponibili sul mercato. 

Tra le innovazioni più rivoluzionarie spicca la coppa mestruale, un dispositivo che ha registrato una crescente popolarità per la sua efficacia e sostenibilità, cambiando il modo di affrontare il ciclo mestruale. 

In questo articolo vi forniamo delle info aggiuntive per saperne di più su cos’è la coppetta mestruale esplorando in dettaglio come funziona e quali sono i motivi che la portano a essere uno dei dispositivi più usati. 

Coppa Mestruale: una panoramica

La coppa mestruale, detta anche coppetta mestruale, ha una forma a campana realizzata in silicone medico, elastomero termoplastico o gomma: tutti materiali sicuri e testati, quindi affidabili e delicati. 

La sua forma è stata progettata per adattarsi comodamente all’interno della vagina e raccogliere il flusso mestruale anziché assorbirlo come fanno i tradizionali tamponi.

Quando posizionata correttamente, la coppa si adatta alle pareti vaginali, creando una tenuta che impedisce perdite e odori sgradevoli. Dopo un periodo di utilizzo che varia da 4 a 12 ore a seconda dell’intensità del flusso, può essere svuotata, sciacquata e riutilizzata.

L’operazione richiede pochissimi passaggi e, portando con sé delle salviette delicate e specifiche per l’igiene intima femminile, può essere realizzata anche fuori casa.

Perché la coppa mestruale rivoluziona l’igiene femminile

La coppetta mestruale sta rivoluzionando l’igiene femminile per diverse ragioni, tutte interessanti. 

Nonostante questo sono ancora diverse le donne che risultano restie a utilizzarla: in parte perché non ne conoscono l’effettivo funzionamento e i benefici, in parte perché avere qualcosa a contatto diretto con le parti interne della vagina a molte non piace e talvolta arriva persino a spaventare. Un vero peccato, in realtà, scopriamo insieme perché.

Coppetta mestruale: sostenibilità ai massimi livelli

Uno degli aspetti più affascinanti della coppa mestruale è il suo impatto ambientale ridotto. Mentre tamponi e assorbenti generano enormi quantità di rifiuti ogni anno, le coppette mestruali sono riutilizzabili per diversi anni, riducendo significativamente la produzione di rifiuti legati al ciclo mestruale.

Solo in Italia i rifiuti provenienti da PAP (Prodotti Assorbenti per la Persona) sono pari a circa 900.000 tonnellate l’anno, indicativamente il 4% del totale, e sono realizzati con una netta prevalenza di sostanze biodegradabili. 

Va da sé che l’utilizzo della coppetta mestruale presenta un potenziale davvero notevole per la salute del pianeta e di conseguenza per quella delle persone.

Economicità sì, ma a lungo termine

Sebbene l’investimento iniziale possa sembrare più elevato rispetto a quello dei prodotti usa e getta, la coppa mestruale si rivela economicamente vantaggiosa nel tempo. La sua durata a lungo termine elimina la necessità di acquisti mensili ricorrenti, portando a un risparmio notevole nel corso degli anni.

Una maggiore consapevolezza corporea e igienicità

L’uso della coppa mestruale implica una maggiore consapevolezza del proprio corpo. Le donne che la utilizzano spesso sviluppano una consapevolezza maggiore del loro ciclo mestruale, inerente persino le variazioni nel flusso nei giorni più intensi. Qualcosa che favorisce una connessione più intima con la propria salute.

Non contenendo sostanze chimiche o sbiancanti – utilizzate invece in alcuni prodotti usa e getta – l’utilizzo della coppa mestruale in molte donne comporta la riduzione delle irritazioni e delle infezioni vaginali. Il suo design in materiale ipoallergenico contribuisce a mantenere l’equilibrio naturale della flora vaginale. 

Conclusioni

La coppa mestruale garantisce libertà e convenienza che molte donne apprezzano. La sua capacità di fornire una protezione sicura per molte ore significa poter avere meno preoccupazioni riguardo ai cambi frequenti e alle possibili perdite.

Come abbiamo avuto modo di vedere, con un po’ di dimestichezza il suo utilizzo fuori casa risulta fattibile ai fini dell’igiene personale: un aspetto di cui invece dubita chi non l’ha ancora sperimentata. 

In conclusione, la coppa mestruale si sta affermando come un’opzione all’avanguardia nell’igiene femminile, offrendo una combinazione di sostenibilità, risparmio economico e benefici per la salute

Certo, la sua adozione potrebbe richiedere un periodo di adattamento, molte donne che hanno abbracciato questa innovazione testimoniano una trasformazione positiva nella loro esperienza mestruale. Pertanto, il suo utilizzo è una scelta personale ma anche un passo verso uno stile di vita più sostenibile e consapevole della propria salute, offrendo benefici che sono a 360°.

 

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Vaginite: cos’è, cause, sintomi, rimedi

I problemi legati all’apparato genitale femminile sono numerosi e, tra questi, troviamo sicuramente la vaginite, una delle problematiche più diffuse e ricorrenti. In questo articolo, scopriamo cos’è, cosa la provoca, quali sono i sintomi e come eliminarla.

 

Cos’è la vaginite

La vaginite è un’infiammazione acuta o cronica della vagina. In alcuni casi, può colpire anche il collo dell’utero.

 

Si può parlare di due tipologie di vaginite. Ecco quali:

 

  • Primaria: in questo caso, il quadro infiammatorio è originato da fattori che partono dall’interno della vagina;
  • secondaria: in questo frangente, invece, la vaginite è innescata da fattori che hanno origine da una sede anatomica vicina.

 

Cause

La vaginite può avere diverse cause. Tra queste è possibile citare i fattori di natura batterica. Il microbiota vaginale, in condizioni normali, è all’insegna dell’eubiosi. I batteri buoni sono presenti in quantità maggiori rispetto a quelli patogeni.

 

In alcuni casi, i secondi possono aumentare dal punto di vista quantitativo, innescando un quadro di vaginite batterica.

 

La tipologia di batterio patogeno più comune quando si parla di vaginite di questa tipologia è la Gardnerella Vaginalis. 

 

Nella maggior parte delle situazioni, alla base dell’insorgenza del quadro appena descritto ci sono i rapporti sessuali con soggetti infetti.

 

Un’altra tipologia di vaginite è quella da funghi. Si tratta di un’evenienza che insorge nel momento in cui l’equilibrio del microbiota vaginale viene messo a repentaglio a causa di fattori esogeni come le terapie farmacologiche, in special modo quelle antibiotiche.

 

In tali frangenti, ad attecchire sulle pareti della vagina e a proliferare è in particolare il fungo candida albicans.

 

La vaginite può essere provocata anche da infestazioni di parassiti – il più frequente è il Trichomonas vaginalis – e da ipersensibilità agli ingredienti di prodotti utilizzati per l’igiene intima.

 

Un doveroso cenno va dedicato anche alla vaginite atrofica. In questo caso, alla base dell’insorgenza del quadro non fisiologico troviamo modifiche a livello muscolare causate dallo sconvolgimento ormonale tipico della menopausa.

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Sintomi

Tra i sintomi della vaginite è possibile includere i cambiamenti cromatici e quantitativi delle secrezioni vaginali, che sono interessate da modifiche riguardanti pure l’odore.

 

Prurito, bruciore, perdite di sangue che si presentano dopo il ciclo mestruale – dato che questo sintomo può essere legato a un’ampia pluralità di condizioni, non tutte degne di attenzione medica, per approfondire, se vuoi, consulta l’articolo sulle perdite ematiche dopo il ciclo – leucorrea in caso di vaginite batterica: ecco alcuni dei sintomi che caratterizzano la problematica oggetto di questo articolo.

 

Da non dimenticare è altresì l’insorgenza di dolore durante la minzione.

 

Prevenzione e risoluzione

La buona notizia è che la vaginite, problema oggettivamente fastidioso, si può prevenire. In che modo? Prima di tutto, è il caso di evitare, a meno che non siano strettamente necessarie, le lavande vaginali.

 

Non dimentichiamo che la vagina ha sì bisogno di essere pulita, ma al pari di tutte le altre parti del nostro corpo.

 

Se si esagera, il risultato è quello di modificare l’equilibrio del microbiota vaginale, aumentando il rischio di avere a che fare con l’insorgenza di infezioni.

 

Un altro suggerimento per prevenire la vaginite prevede il fatto di procedere, dopo i momenti passati alla toilette, a pulirsi partendo dal davanti verso la parte posteriore.

 

Non bisogna assolutamente fare il contrario: il rischio, infatti, è quello di infestare con i batteri patogeni fecali l’ambiente vaginale.

 

Importantissimo è utilizzare il preservativo nei rapporti con partner occasionali o con partner con cui si hanno relazioni stabili, ma che sono affetti da vaginiti.

 

Per quanto riguarda il trattamento, si può procedere ricorrendo, a seconda della tipologia di vaginite, con la somministrazione di terapia antibiotica – quest’ultima, può avere una durata compresa tra i 5 e i 7 giorni – o con farmaci con efficacia antimicotica.

 

In caso di vaginite atrofica, vengono prescritte terapie farmacologiche ormonali.

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Neuralink: che cos’è, storia e obiettivi della startup creata da Elon Musk

Che si sia degli estimatori o dei detrattori del lavoro di Elon Musk, non si può non concordare con l’assunto secondo il quale l’imprenditore sia sicuramente tra le menti più innovative e rivoluzionarie della nostra contemporaneità; gli investimenti, da parte di quest’ultimo, sono stati numerosi soprattutto per quanto riguarda l’innovazione in alcuni campi, come quello automotive con Tesla o quello spaziale, con SpaceX. 

E ancora, Elon Musk è alla base di un rinnovamento di X (ex Twitter) che ha acquisito e che ha rivoluzionato attraverso un insieme di caratteristiche; tra le startup che sono state create e avviate da Elon Musk si cita anche Neuralink, azienda statunitense di neurotecnologie fondata nel 2016 e avviata soltanto a partire dall’anno successivo. Ma che cos’è, qual è la storia e, soprattutto, quali sono gli obiettivi della startup creata da Elon Musk? Di seguito, tutto ciò che c’è da sapere a proposito di Neuralink e del suo possibile impatto nel mondo futuro che l’imprenditore tanto ricerca attraverso una serie di soluzioni e aziende create. 

La storia di Neuralink, startup creata da Elon Musk nel 2016

Neuralink è una startup creata da Elon Musk nel 2016 ma avviata definitivamente e resa pubblica soltanto a partire dal marzo dell’anno successivo; in collaborazione con l’imprenditore, la creazione di Neuralink è stata determinata anche da Ben Rapoport, Dongjin Seo, Max Hodak, Paul Merolla, Philip Sabes, Tim Gardner, Tim Hanson e Vanessa Tolosa, nel contesto di Fremont (California), dove tuttora c’è la sede principale della società privata. 

Tutti i fondatori presentano un profilo culturale differente, come voluto da Elon Musk che ha sponsorizzato la nascita di una società che si basasse su studi, comportamenti ideologici e background differenti in termini di studio, per favorire quella che può essere definita come interdisciplinarità applicata al campo scientifico. Oltre tutto, fin dalla sua nascita Neuralink ha assunto numerosi neuroscienziati, basandosi anche su un insieme di finanziamenti da parte di università, che hanno permesso di allargare la platea di impiegati fino a 90 unità, oltre che di finanziare progetti che sono stati messi a punto per creare un collegamento con le intelligenze artificiali. Uno dei progetti di Neuralink è stato presentato attraverso uno strumento simile ad una macchina per cucire, da applicare al cervello per una migliore connessione neuronale e per mezzo di un sistema in grado di leggere velocemente le informazioni del cervello, per cui si è proceduto con una sperimentazione a partire dal 2020. 

Gli obiettivi di Neuralink e il collegamento con l’intelligenza artificiale

Secondo Elon Musk, collegare l’uomo con l’intelligenza artificiale è un proposito necessario per evitare di giungere a derive che potrebbero essere disastrose e desolanti per la storia umana. Secondo il blog Wait But Why, che nel 2017 ha analizzato la mission di Neuralink, l’obiettivo da parte della startup è la creazione di dispositivi che possano servirsi delle intelligenze artificiali per garantire la cura di malattie cerebrali nel breve termine, per mezzo di un potenziamento delle facoltà del cervello: tale processo viene definito, dal punto di vista scientifico e sociologico, transumanesimo. 

La simbiosi con l’intelligenza artificiale che viene tanto ambita da parte di Elon Musk ha dunque il duplice obiettivo di controllare l’ascesa di quest’ultima, affinché non sfugga totalmente al controllo umano, e di velocizzare, migliorare e ottimizzare tutti i possibili strumenti che possono essere legati ad un costante miglioramento delle qualità del cervello e, di conseguenza, della vita umana. Secondo alcune ricerche che sono state effettuate sul campo, Neuralink ha richiesto licenze per la sperimentazione animale, al fine di generare alcune neuroprotesi che in futuro verranno applicate anche per gli esseri umani.

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I migliori prodotti per il corpo naturali e bio: la scelta giusta per la tua pelle

Quando si parla di prodotti per il corpo naturali e bio, si fa riferimento a prodotti che contengono ingredienti naturali e biologici, ovvero prodotti che non contengono sostanze chimiche o sintetiche. Questi prodotti sono realizzati con ingredienti derivati da piante, fiori, erbe e oli essenziali, che sono noti per le loro proprietà curative e benefiche per la pelle.

Inoltre, i prodotti per il corpo naturali e bio sono prodotti che rispettano l’ambiente e gli animali, utilizzando ingredienti provenienti da coltivazioni biologiche e non testati su animali.

In questo articolo vedremo quali sono i migliori prodotti per il corpo naturali e bio, i benefici, come sceglierli e utilizzarli nel modo corretto, per una pelle luminosa e morbida.

I benefici dei prodotti per il corpo naturali e bio

I prodotti per il corpo naturali e bio offrono numerosi benefici per la salute e la bellezza della pelle. In primo luogo, questi prodotti contengono ingredienti naturali e biologici, che sono noti per le loro proprietà curative e benefiche per la pelle. Ad esempio, l’olio di cocco è un ingrediente naturale che idrata e nutre la pelle, mentre l’aloe vera ha proprietà lenitive e anti-infiammatorie.

Inoltre, i prodotti per il corpo naturali e bio sono privi di sostanze chimiche o sintetiche, che possono danneggiare la pelle e causare irritazioni o reazioni allergiche. Questi prodotti sono quindi adatti anche alle persone con pelli sensibili o delicate.

Infine, i prodotti per il corpo naturali e bio rispettano l’ambiente e gli animali, utilizzando ingredienti provenienti da coltivazioni biologiche e non testati su animali. In questo modo, si contribuisce a preservare la natura e a proteggere gli animali.

I migliori prodotti per il corpo naturali e bio

Esistono numerosi prodotti per il corpo naturali e bio, ognuno dei quali è specifico per un’esigenza della pelle. Di seguito, sono elencati alcuni dei migliori prodotti per il corpo naturali e bio, da utilizzare per la cura della pelle del corpo.

  • Olio di cocco: l’olio di cocco è un ingrediente naturale che idrata e nutre la pelle del corpo. Può essere utilizzato come crema idratante per il corpo, oppure come olio per massaggi.
  • Burro di karité: il burro di karité è un ingrediente naturale che lenisce e nutre la pelle del corpo, proteggendola dalle aggressioni esterne. Può essere utilizzato come crema idratante per il corpo, oppure come burro per il massaggio.
  • Olio di mandorle dolci: l’olio di mandorle dolci è un ingrediente naturale che idrata e nutre la pelle del corpo, rendendola morbida e setosa. Può essere utilizzato come crema idratante per il corpo, oppure come olio per massaggi.
  • Olio di rosa mosqueta: l’olio di rosa mosqueta è un ingrediente naturale che aiuta a prevenire le rughe e le linee sottili sulla pelle del corpo. Può essere utilizzato come olio per massaggi o come crema idratante per il corpo.
  • Gel di aloe vera: il gel di aloe vera è un ingrediente naturale che lenisce e idrata la pelle del corpo, aiutando a prevenire le irritazioni e le reazioni allergiche. Può essere utilizzato come crema idratante per il corpo, oppure come gel lenitivo per le zone del corpo più sensibili.

Come scegliere i prodotti per il corpo naturali e bio

Per scegliere i migliori prodotti per il corpo naturali e bio, è importante leggere le etichette e verificare la presenza di ingredienti naturali e biologici. Inoltre, è importante scegliere prodotti che siano adatti al proprio tipo di pelle e alle proprie esigenze.

Inoltre, è possibile consultare le recensioni di altri utenti e i siti specializzati nel settore, che offrono consigli e recensioni sui migliori prodotti per il corpo naturali e bio disponibili sul mercato.

Infine, è importante prestare attenzione alla provenienza dei prodotti, scegliendo prodotti provenienti da aziende che rispettano l’ambiente e gli animali e che utilizzano ingredienti provenienti da coltivazioni biologiche.

Come utilizzare i prodotti per il corpo naturali e bio

Per ottenere i migliori risultati dalla cura della pelle del corpo con i prodotti naturali e bio, è importante utilizzarli correttamente. In primo luogo, è importante lavare la pelle del corpo con acqua tiepida e delicati detergenti naturali, senza utilizzare prodotti troppo aggressivi o chimici.

Inoltre, è importante utilizzare la giusta quantità di prodotto per il corpo, massaggiando delicatamente la pelle per favorire l’assorbimento dei principi attivi. Infine, è importante utilizzare i prodotti per il corpo naturali e bio con costanza, per ottenere i migliori risultati nel tempo.

Conclusioni

I prodotti per il corpo naturali e bio rappresentano la scelta giusta per chi desidera prendersi cura della propria pelle in modo naturale e rispettoso dell’ambiente. Grazie alla presenza di ingredienti naturali e biologici, questi prodotti offrono numerosi benefici per la salute e la bellezza della pelle del corpo, senza danneggiarla con sostanze chimiche o sintetiche.

Per scegliere i migliori prodotti per il corpo naturali e bio, è importante leggere le etichette e verificare la presenza di ingredienti naturali e biologici, scegliere prodotti adatti al proprio tipo di pelle e alle proprie esigenze, e prestare attenzione alla provenienza dei prodotti.

Utilizzati correttamente e con costanza, i prodotti per il corpo naturali e bio possono contribuire a mantenere la pelle del corpo morbida, idratata e luminosa, promuovendo al contempo il benessere dell’ambiente e degli animali.

 

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Come funziona il dimagrimento localizzato, fianchi, cosce e pancia

Il dimagrimento localizzato è una delle sfide più impegnative per chi vuole perdere peso. In particolare, per le donne le zone in cui si accumula maggiormente il grasso sono i fianchi, le cosce e la pancia. Per gli uomini, invece, una delle problematiche principali è data dall’accumulo di grasso nella zona addominale.

Ma si può indurre il dimagrimento localizzato e come è possibile perdere peso sulla pancia, fianchi e cosce?

Lo scopriamo in questa guida sul dimagrimento localizzato e le tecniche più efficaci per ottenere i risultati desiderati.

Come funziona il dimagrimento localizzato? È davvero possibile?

Per comprendere come funziona il dimagrimento localizzato è importante conoscere i meccanismi alla base dell’accumulo di grasso in alcune parti del corpo.

Innanzitutto, il grasso corporeo non si distribuisce uniformemente nel nostro organismo.

Fianchi, cosce e pancia sono le zone in cui il tessuto adiposo tende ad accumularsi maggiormente nelle donne, mentre l’addome quello che più diventa prominente negli uomini che soffrono di problemi di obesità.

Queste differenze dipendono principalmente a livello ormonale.

Il grasso corporeo però non può essere eliminato in modo localizzato o selettivo in un’unica zona del corpo.  Quando si perde peso si dimagrisce in tutto il corpo. Solo in alcune aree si potrebbe perdere peso con tecniche che aiutano a ridurre il grasso corporeo più velocemente, ad esempio su nutrizionesana.it si spiega in modo pratico come dimagrire la pancia.

 Seguendo le giuste tecniche e i consigli è possibile, dunque, migliorare alcune zone del corpo inducendo la creazione di una muscolatura più tonica e meno adiposa, caratterizzata quindi principalmente dalla massa magra anziché da massa grassa.

I metodi migliori per perdere peso su pancia, fianchi e cosce

Esistono diversi metodi che permettono di perdere peso sulla pancia, sui fianchi e nella zona delle cosce.

Il primo passo è quello di indurre la perdita di peso in tutto il corpo seguendo dei comportamenti alimentari e d’allenamento corretti. In questo modo si potrà lavorare al meglio sul dimagrimento localizzato. Una dieta equilibrata è molto importante per riuscire a perdere peso, ridurre il tessuto adiposo su tutto il corpo, sui fianchi, nella zona delle cosce e della pancia. La dieta mediterranea è spesso una delle soluzioni più indicate per indurre una perdita di peso in tutto il corpo e sul lungo periodo.

Esercizio fisico mirato

Per indurre il dimagrimento localizzato in aree specifiche del corpo quali: cosce, fianchi e pancia, bisogna fare il giusto allenamento. Gli esercizi mirati sono una tecnica efficace per ridurre il grasso corporeo in alcune parti del corpo.

Ad esempio, gli esercizi per la parte interna delle cosce possono aiutare a tonificare e rassodare la zona, mentre gli addominali aiutano a ridurre il grasso nella zona addominale.

Ci sono diversi esercizi e sport che si possono fare per riuscire a perdere peso in modo corretto ed equilibrato. Ad esempio, si può unire l’allenamento aerobico a quello anaerobico, in questo modo si lavora sia sull’indurre una maggiore termogenesi del corpo sia sulla propria muscolatura.

Massaggi e trattamenti

Infine, tra i massaggi e trattamenti estetici permettono di supportare la riduzione del grasso corporeo insieme a dieta e allenamento. Un ottimo modo per ridurre la cellulite sulle gambe, sulle braccia, nella zona del ventre è il massaggio linfodrenante che supporta la riduzione della ritenzione idrica e riduce il gonfiore nella zona delle cosce e dei fianchi.

I trattamenti che si possono fare in questo ambito prevedono anche l’uso di ultrasuoni che sono in grado di ridurre al meglio il tessuto adiposo soprattutto nella zona addominale.

Infine, da soli è possibile migliorare lo stato del derma attraverso creme e fanghi.

 

 

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Acne: cause e rimedi

L’acne è una malattia molto frequente tra gli adolescenti ed un po’ meno diffusa per quanto riguarda gli adulti. Non è solo una questione prettamente estetica, ma può anche portare ad un forte stress emotivo per chi ne soffre.

Proprio per questo motivo è molto importante tenerla controllata e curarla. Nelle prossime righe andremo a vedere quali sono le principali cause dell’acne e come poterla curare.

Cos’è l’acne

L’acne è un’infiammazione che viene causata da un eccessivo funzionamento delle ghiandole sebacee che circondano la base dei peli e producono il sebo, una sostanza grassa che è necessaria per proteggere la pelle.

Il sebo in eccesso che si deposita sui follicoli li ostruisce e forma così i cosiddetti punti neri.

Questo processo aumenta la proliferazione dei batteri che possono creare a loro volta dei brufoli o delle pustole che di conseguenza provocano prurito.

Sintomi dell’acne

L’acne può manifestarsi con diversi gradi di gravità e i principali sintomi sono:

  • punti neri o comedoni, formati principalmente da sebo;
  • papule che sarebbero dei piccoli rilievi solidi di colore rosato, potrebbero essere dolorose al tatto;
  • pustole, piccoli rilievi solidi con al centro una punta bianca contenente pus;
  • noduli: si formano sotto pelle e sono dolorosi;
  • cisti: sotto pelle, dolorose e piene di pus.

Cause dell’acne

L’acne può essere causata da diversi fattori. Il principale è la predisposizione individuale, oppure le alterazioni ormonali. Infatti, i periodi principali durante i quali una persona viene colpita dall’acne sono: l’adolescenza, le mestruazioni e la gravidanza.

Lo stress, l’utilizzo di alcuni farmaci e la troppa esposizione al sole sono fattori che non provocano acne, ma possono peggiorarla.

Per alcune donne, soprattutto dopo i 25 anni, l’utilizzo improprio di cosmetici può essere causa di acne.

Ultima causa può essere la formazione di un batterio, il Propionibacterium acnes, che se produce troppo sebo può creare pustole o punti neri fastidiosi.

Come prevenire l’acne

Per prevenire l’acne è molto importante evirare i metodi “fai da te”, ma è necessario affidarsi a professionisti della pelle, come per esempio Clinica Tarabini, che sarà sicuramente in grado di consigliarti quali sono le buone abitudini da assumere e quali rimedi seguire per poter arginare il problema.

Nel caso in cui tu soffra già di acne ed il processo fosse già avviato, non preoccuparti. Affidati sempre a dei professionisti del settore che saranno in grado di risolvere il tuo problema.

Skincare viso

Chi soffre di acne, deve lavare la faccia mattina e sera, utilizzando sempre dei detergenti poco schiumogeni e sebo regolatori. Questi ultimi servono a rimuovere il sebo in eccesso, senza essere troppo aggressivi.

Una volta a settimana, sarebbe ottimale riuscire a fare una maschera a base di argilla.

Quando schiacciare i brufoli

Sarà sicuramente capitato almeno una volta nella nostra vita di guardarci allo specchio e notare nel nostro riflesso un brufolo che volevamo a tutti i costi schiacciare, sappiamo molto bene che la tentazione è tanta. Non tutti i brufoli però sono “esplodibili”, infatti andare a schiacciarne uno non ancora pronto potrebbe causare un’ulteriore infiammazione che alimenterebbe tutto il processo.

È sempre meglio utilizzare un sottilissimo ago sterilizzato e far esplodere sono quelli che sono di un colore bianco-giallastro, con il pus ben visibile.

Importanza dell’alimentazione

Un’alimentazione ricca, sana e nutriente aiuta molto ad evitare l’acne. È molto importante ingerire degli alimenti che contengono sostanze come lo zinco, le vitamine A ed E, gli acidi grassi, gli omega-3, gli antiossidanti che aiutano a rendere la pelle più forte e ad alleviare l’infiammazione.

Anche i cibi con un indice basso glicemico aiutano a prevenire e curare l’acne.

Gestire lo stress

Compatibilmente con la propria persona e i propri hobby è fondamentale riuscire a ritagliarsi del tempo per sfogarsi e rilassarsi. Lo stress, infatti è una delle principali cause di acne.

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Come curare le carie ai denti

La carie è forse tra i problemi più comuni che interessa la nostra salute dentale. Il problema sostanziale è che abbiamo paura tutti di andare dal dentista, e trascuriamo la salute della nostra igiene orale. Eppure in giro, ci sono molti professionisti validi del settore: Clinica Tarabini è una clinica privata ormai rinomata nella provincia di Modena e Carpi perché conta uno staff di professionisti specializzati nell’ortodonzia ed endodonzia. Detto quanto andiamo a vedere come curare le carie ai denti.

Prime nozioni preventive

La migliore soluzione per la carie è la prevenzione. Ci vorrebbe un’ottima igiene dentale, una pulizia professionale fatta almeno due volte l’anno, nonché una sana alimentazione. Basta anche uno di questo aspetti, e la salute dentale si compromette oltremodo. Quando dunque qualcosa non va, la sola cosa che resta da fare è rivolgersi ad un dentista. In particolare quando l’effetto carioso ha colpito smalto e dentina fino alla polpa, non c’è altro da fare che devitalizzare il dente.

La paura del dentista porta molte persone a chiedersi se si possa guarire evitando l’otturazione. Se si legge qua e là sul web è facile imbattersi in suggerimenti di tecniche alternative che promettono la guarigione di carie e altri problemi senza usare trapano. In vero però, ci vuole una tecnica completa e professionale: è discrezione del dentista decidere come quando e in che termini curare il paziente.

Curare la carie con Prep Start

Il Prep Start è una innovativa tecnica che si fonda sull’uso di strumenti basati sul biossido di alluminio, ovvero un minerale basato su particelle micronizzate che impiega energia cinetica per intaccare il tessuto dentario cariato. È d’obbligo in tal senso l’uso di una certa manualità per andare ad indirizzare in modo opportuno la calibrazione, anche perché il dentista deve toccate solo il tessuto dello smalto e/o andare a rimuovere la dentina cariata, per cui ci vuole attenzione a non intaccare il tessuto dentale sano.

Il laser

Qualche esperto professionista del settore si lancia spesso in metodi innovativi per la cura della nostra igiene dentale. Tra i metodi più impiegati troviamo l’uso del laser, anche se non è frequente, in quanto qualcuno ritiene che possa comportare qualche svantaggio al nostro organismo. C’è da dire infatti che il laser ha un funzionamento tale (sulla punta del manipolo) da poter raggiungere anche temperature troppo elevate che vanno a provocare il surriscaldamento del dente con conseguente necrosi. Per cui ci vuole una precisione così meticolosa che molti dentisti preferiscono ovviare a questa soluzione, anche perché il rumore dell’apparecchio è talmente intenso da spaventare il paziente, tenerlo agitato, e quindi rendere troppo difficoltoso il trattamento.

Il dentifricio anti carie

I dentifrici per rigenerare lo smalto sono un prodotto molto valido che si trova in commercio. Molti di coloro che l’hanno provato si sono resi conto che è in grado di attenuare la presenza eventuale di carie. Tuttavia ad oggi risulta complicato poter confermare senza ombra di dubbio che il dentifricio sia in grado di rigenerare lo smalto andando quindi ad otturare il buco causato dalla carie. Pertanto, si può dire che un dentifricio anti carie può aiutare contro questo inestetismo dentale a patto che non sia già avvenuta l’erosione dello smalto. In caso contrario, l’organismo infatti non è in grado di andare a rigenerare lo smalto in automatico, e il dentifricio da solo non basta. Certo, ammettiamo anche che in farmacia si trovano anche (il prezzo è molto più alto di quelli appena descritti) dentifrici a base di silicato di calcio e fosfato di sodio che dovrebbero garantire una rigenerazione dell’82% dello smalto  (ad onore del vero alcuni promettono anche l’avvenuta  chiusura di eventuali fori minuscoli che di solito sono provocati da abuso di bibite gassate o alimenti zuccherati).

Ad ogni modo, secondo quanto consigliato il dentista, un prodotto del genere può essere sicuramente utile per rendere più forte lo smalto dentale, ma non possono agire come la classica otturazione. Si sconsiglia pertanto di affidarsi a dentifrici particolari, anzi, meglio prendere il toro per le corna e avere il coraggio di risolvere la carie nel modo opportuno, cioè rivolgendosi al dentista.

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Come gestire lo stress sul posto di lavoro

Il lavoro può essere fonte di molta soddisfazione e realizzazione personale, ma può anche essere molto stressante. Lo stress sul posto di lavoro può avere un impatto negativo sulla salute mentale e fisica dei dipendenti, sulla produttività e sull’efficienza del lavoro. In questo articolo, esploreremo alcuni consigli pratici per gestire lo stress sul posto di lavoro.

Identificare le fonti di stress

La prima cosa da fare per gestire lo stress sul posto di lavoro è identificare le fonti di stress. Ci sono molte fonti di stress sul posto di lavoro, come ad esempio le scadenze, le pressioni del capo, le relazioni conflittuali con i colleghi, la mancanza di risorse e la sovraccarico di lavoro. Una volta identificate le fonti di stress, è possibile adottare strategie specifiche per gestirle.

Adottare tecniche di gestione dello stress

Ci sono molte tecniche di gestione dello stress che possono aiutare a ridurre lo stress sul posto di lavoro. Alcune tecniche popolari includono la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda, la visualizzazione e l’esercizio fisico. È importante trovare la tecnica che funziona meglio per te e integrarla nella tua routine quotidiana.

Mantenere uno stile di vita sano

Uno stile di vita sano può aiutare a ridurre lo stress sul posto di lavoro. Ciò include una dieta equilibrata, un sonno adeguato e sufficiente, l’esercizio fisico regolare e l’evitare di fumare o bere alcolici in eccesso. Questi fattori possono migliorare la salute mentale e fisica e aiutare a far fronte allo stress.

Comunicare in modo efficace

Una comunicazione efficace è essenziale per gestire lo stress sul posto di lavoro. A volte, il modo in cui comunichiamo può aggravare lo stress e la tensione sul posto di lavoro. Imparare a comunicare in modo chiaro ed efficace, ad ascoltare attivamente gli altri e a risolvere i conflitti può aiutare a ridurre lo stress.

Fare delle pause

Fare delle pause regolari durante la giornata lavorativa può aiutare a ridurre lo stress sul posto di lavoro. Le pause possono aiutare a rilassarsi e a ripristinare l’energia, migliorare la produttività e la concentrazione e ridurre la tensione. Una breve passeggiata, una pausa per lo stretching o un breve riposo possono essere un’ottima soluzione per ridurre lo stress.

Fare del lavoro un piacere

Infine, fare del lavoro un piacere può essere un’ottima soluzione per gestire lo stress sul posto di lavoro. Trovare un lavoro che ti piace può ridurre lo stress e aumentare la soddisfazione sul posto di lavoro. Cving.com può essere uno strumento utile per cercare e trovare lavoro, ma è importante ricordare che la gestione dello stress sul posto di lavoro dipende da molti fattori.

In sintesi, gestire lo stress sul posto di lavoro richiede la comprensione delle fonti di stress, l’adozione di tecniche di gestione dello stress, uno stiledi vita sano, una comunicazione efficace, delle pause regolari e, se possibile, fare del lavoro un piacere. Ricorda che ogni persona è diversa e ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra. Sperimenta diverse tecniche e strategie per trovare quelle che funzionano meglio per te.

Inoltre, non esitare a chiedere aiuto se lo stress diventa troppo difficile da gestire da solo. Parla con il tuo capo, un collega di fiducia o un professionista della salute mentale per ottenere supporto e aiuto.

In conclusione, la gestione dello stress sul posto di lavoro è importante per la salute e il benessere dei dipendenti, nonché per la produttività e l’efficienza sul lavoro. Identificare le fonti di stress, adottare tecniche di gestione dello stress, mantenere uno stile di vita sano, comunicare in modo efficace, fare delle pause regolari e fare del lavoro un piacere sono alcune delle strategie utili per gestire lo stress sul posto di lavoro. UN buon portale per cercare e trovare lavoro  può aiutare nella ricerca di un lavoro che si adatti alle proprie esigenze, ma la gestione dello stress sul posto di lavoro dipende da molti fattori e richiede l’impegno di ogni dipendente.

 

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Trading online: perché diversificare con titoli attinenti alle terapie geniche

In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, investire in ambito finanziario non è mai semplice. L’avvento della pandemia, infatti, ha causato un clima di incertezza per il futuro, nonostante il forte rally avvenuto sui listini negli ultimi quindici mesi. La grande spinta in avanti di tutti i listini mondiali, dovuta in primis all’ingente liquidità immessa sui mercati delle banche centrali, fa sorgere più di qualche dubbio ai risparmiatori.

Molti, non a torto, si chiedono quanto proseguirà la fase “toro” dei listini e se non sia il caso di modificare le proprie strategie di Trading online. Al di là di quanto proseguirà questa corsa dei mercati, da alcuni definita per certi versi “folle”, i trader meno avventati, quelli definiti “cassettisti” perché investono non in maniera speculativa, potrebbero ritenere propizio il momento per chiudere posizioni in guadagno o vendere titoli che, dopo anni di ribassi o stagnazione, hanno recuperato una buona fetta del terreno perduto in precedenza.

Healthcare, un settore storicamente più resiliente

La scelta dei comparti nei quali investire, di conseguenza, diventa oggi più che mai fondamentale, cercando di selezionare quei titoli che, potenzialmente, potrebbero dimostrarsi più resilienti anche in presenza di una correzione o storno dei mercati. In questo contesto vanno inquadrate le aziende quotate in Borsa facenti parte del settore healthcare, che già lo scorso anno, in un momento di profonda crisi e panico dei mercati, si sono dimostrate anticicliche o hanno retto meglio l’onda d’urto della pandemia.

Il tema della salute, d’altronde, è tornato ad essere di primaria importanza per qualsiasi nazione. E quanto emerso durante i primi mesi dell’emergenza sanitaria, con una fetta consistente degli stati più evoluti in chiara ed evidente difficoltà nel curare i propri pazienti, non ha fatto altro che aumentare le spese da stanziare in ambito sanitario, onde evitare che in futuro possano verificarsi situazioni simili a quelle vissute sino a pochi mesi fa

Investire una parte dei propri risparmi in titoli del settore healthcare, la cui traduzione letteraria equivale a “assistenza sanitaria”, potrebbe risultare una mossa saggia. D’altronde, questo settore si è dimostrato storicamente meno volatile rispetto ad altri, pur in un contesto, come quello azionario, in cui il rischio da accettare non è certamente basso.

Studio genetico e terapie geniche: perché sono così importanti

Un mondo, il settore healthcare, particolarmente ampio e variegato, dove fanno parte tutti i comparti del mondo sanitario, nessuno escluso. Se in questo periodo, per quanto ovvio, i rialzi più robusti sono stati messi a segno da quelle imprese del settore farmaceutico che hanno scoperto come sconfiggere il covid tramite il vaccino, non appena archiviata l’emergenza sanitaria potrebbero recitare un ruolo da protagonista le aziende operanti nello studio genetico e delle terapie geniche.

Nel mondo, purtroppo, esistono oltre 10000 malattie causate da una mutazione di un singolo gene del DNA umano. L’editing genetico, come noto agli esperti del settore, comporta la sostituzione, la modifica o l’inserimento del DNA all’interno di un gene e può risultare estremamente importante per combattere malattie di qualsiasi genesi. Gli investimenti in questo specifico settore, d’altro canto, continuano a crescere costantemente da diverso tempo, sia in ambito privato che pubblico.

E l’aumento è stato ancora più portentoso dopo l’avvento della pandemia, che, come già scritto, ha posto nuovamente di vitale importanza il tema “salute”. Alcune aziende che hanno scoperto il vaccino anti-covid, infatti, erano già al lavoro per scoprire vaccini e cure da applicare nell’ambito delle terapie geniche. E questa maggior attenzione generale nei confronti della tutela della salute individuale, con maggiori risorse da poter impiegare negli studi scientifici, potrebbe essere propedeutica ad una crescita del valore di titoli di queste aziende, grazie a fatturati più consistenti ed utili in costante aumento.

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Cosa sono le emorroidi

Se sei qui, significa che vuoi sapere cosa sono le emorroidi. Per essere precisi, è necessario parlare di malattia emorroidaria. Nonostante questo, è più frequente l’utilizzo dell’espressione “emorroidi”.

Nelle prossime righe, puoi scoprire alcuni consigli utili per imparare a gestire la situazione.

Emorroidi: di cosa si tratta?

Prima di capire cos’è la malattia emorroidaria, vediamo un attimo di cosa si parla quando si chiama in causa le emorroidi. Questo termine viene utilizzato per definire delle strutture vascolare che possiamo trovare a livello del canale anale dell’essere umano, a prescindere dal sesso e dall’età.

In alcune situazione, le suddette strutture vascolari possono andare incontro a fenomeni di natura infiammatoria e arrivare a gonfiarsi. Nei casi appena descritti, si ha a che fare con la condizione nota con il nome, come abbiamo visto non corretto a livello medico, di emorroidi.

Emorroidi interne ed emorroidi esterne

Quando si parla della malattia emorroidaria, è necessario considerare anche la differenza tra emorroidi interne ed emorroidi esterne. Nel primo caso, i cuscinetti non sono visibili dall’esterno. Nel secondo, invece, fuoriescono dall’apertura anale e sono facilmente visibili a occhio nudo.

Malattia emorroidaria

Dopo questa doverosa introduzione, siamo arrivati a parlare della malattia emorroidaria vera e propria. Le emorroidi rappresentano una problematica che riguarda il 10% circa della popolazione mondiale. Per capirne la distribuzione, è il caso di sottolineare che l’incidenza è non cambia molto se si confrontano i dati degli uomini e delle notte.

Quando si parla della malattia emorroidaria, è il caso di ricordare che si tratta di una condizione che si verifica con maggior frequenza nei soggetti di etnia caucasica.

La malattia emorroidaria prevede diversi gradi. Ecco quali:

  • I grado: in questo frangente non si ha a che fare con la presenza di prolasso. Chi soffre di malattia emorroidaria di primo grado può lamentare anche episodi di sanguinamento. Il quadro di questo grado della malattia emorroidaria è contraddistinto dall’assenza di manifestazioni dolorose.
  • II grado: in tal caso, il prolasso è limitato solamente al contesto di espulsione delle feci. Si ha inoltre a che fare con una riduzione spontanea dei gavoccioli, ossia le varici rotondeggianti che sporgono sulla superficie cutanea della zona perianale.
  • III grado: nel caso del terzo grado delle emorroidi si ha a che fare sempre con il prolasso focalizzato nei momenti della defecazione. I gavoccioli, invece, possono essere ridotti solo a livello manuale.
  • IV grado: in tale situazione, il prolasso è perenne.

Cause

La malattia emorroidaria può avere diversi fattori causali e di rischio. Vediamo alcuni tra i più importanti:

  • Sforzi fisici eccessivi
  • Alimentazione squilibrata
  • Ereditarietà
  • Obesità
  • Vita sedentaria
  • Stitichezza

Quando si parla delle cause della malattia emorroidaria è possibile inquadrare anche altre situazioni, come per esempio la tendenza a soffrire di stitichezza, così come la diagnosi di trombosi pelvica.

Sintomatologia

Passiamo ora alla sintomatologia, ricordiamo che i soggetti che soffrono di emorroidi hanno a che fare con diversi segnali. Tra questi è possibile citare il sanguinamento anale, così come una forte sensazione di bruciore a livello della suddetta zona.

In alcuni casi, prima della diagnosi di malattia emorroidaria si può avere a che fare con prurito anale e secrezione di muco.

Diagnosi

Quando i sintomi sopra ricordati permangono per diversi giorni, è il caso di rivolgersi al medico. Il professionista in questione diagnostica l’eventuale presenza di malattia emorroidaria ricorrendo innanzitutto all’esame visivo dell’ano. In alcuni casi, si può ricorrere all’esame rettale anche digitale. In tal modo, è possibile diagnosticare anche l’eventuale presenza di polipi a livello del retto e di formazioni tumorali.

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