L’anemia da sport è un argomento interessante, esistono pareri diversi sull’individuazione di questa condizione, ad esempio alcuni considerano la presunta “anemia da sport” non una vera e propria anemia, ma invece una pseudoanemia, un adattamento dell’organismo dell’atleta legato all’esercizio sportivo.
L’anemia da sport si riferisce ad un periodo di allenamento avanzato, in cui gli atleti possono sviluppare un basso livello di emoglobina nel sangue, e probabilmente manifestano un normale adattamento all’allenamento fisico. E’ uno stato clinico definito da un basso livello di emoglobina in chi fa sport. Vari specialisti la chiamano l’emolisi da sforzo.
La rottura dei globuli rossi, e la conseguente fuoruscita dell’emoglobina, determinano l’anemia nell’atleta.
Ciò si riscontra in vari sport, dalla danza aerobica, nell’attività con i pesi (fonte) e a volte può accadere anche nel nuoto (fonte). Dunque, questa condizione anemica è da considerarsi fisiologica in soggetti che esercitano una continua attività fisica e non necessita di nessun tipo di intervento correttivo. Il principale indiziato nei casi di anemia è il ferro, quindi è necessario verificare alcuni parametri clinici, la sideremia, la ferritina e la transferrina.
In un atleta di fondo l’apporto di ferro dovrebbe aumentare fino ai 17-23 mg/die. Si valuta che una regolare alimentazione apporta circa 6-7 mg di ferro ogni 1000 Kcal. Ci sono alcuni fattori in grado di diminuire o aumentare l’assorbimento di ferro. L’attività sportiva è capace di incrementare le perdite di questo prezioso metallo.
Anemia da sport: le possibili influenze
L’allenamento sportivo aumenta il volume del sangue e, con il fluido aggiunto, il numero di globuli rossi per unità di sangue diminuisce. Il conteggio temporaneo ridotto dei globuli rossi, osservato all’inizio dell’allenamento, si risolve da solo dopo un certo periodo di tempo.
Il ferro può essere influenzato dall’esercizio fisico in diversi modi. Una probabilità è che il ferro venga perso nel sudore, tuttavia gli atleti sudano di più delle persone sedentarie.
Un’altra possibile via per la perdita di ferro, è la distruzione dei globuli rossi. Le cellule del sangue vengono schiacciate quando i tessuti del corpo (come le piante dei piedi) creano un contatto di grande impatto con una superficie inflessibile (come il terreno). Inoltre, almeno in alcuni atleti, l’attività fisica può causare piccole perdite di sangue attraverso il tubo digerente.
In terzo luogo, l’assunzione abitualmente bassa di cibi ricchi di ferro, combinata con perdite di ferro aggravate dall’attività fisica, porta a carenza di ferro in individui fisicamente attivi. La carenza di ferro compromette le prestazioni fisiche perché il ferro è fondamentale per il trattamento dell’ossigeno da parte dell’organismo. Poiché una conseguenza dell’anemia sideropenica è compromessa dal trasporto di ossigeno, la capacità di lavoro aerobico sarà ridotta perché la persona è probabile che si stancherà facilmente.
L’assorbimento di ferro, dipende anche da diversi fattori fra cui la produzione acida dello stomaco e l’integrità della mucosa intestinale. Più del 20% del ferro EME(Fe 2+ ) inserito con l’alimentazione viene assorbito a livello intestinale, invece meno del 5% del ferro non EME(Fe 3+ ) viene assimilato. Quest’ultimo si trova nei vegetali, nei cereali, nella frutta e nelle uova. Il ferro EME si trova nella carne e nel pesce.
A parte l’alimentazione, è anche rilevante modificare gli orari, difatti tante persone hanno ottimizzato la loro digestione modificando sia l’ora dei pasti e nel caso quella degli allenamenti.
Per vivere bene il vostro sport, è importante dare il meglio di sé, ma senza esagerare, facendo attenzione a riguardare l’organismo. Solitamente chi pratica sport a certi livelli, richiede troppo, per questo motivo il consiglio è sempre quello di “ascoltare il proprio organismo”. Si raccomanda di non sottovalutare qualsiasi sintomo e di far sempre presente al proprio allenatore dei segnali lanciati dal vostro corpo.