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Emoglobina bassa: quali sono le cause, i sintomi, i rimedi ed i rischi quando è molto bassa o bassissima sopratutto in gravidanza. p

Emoglobina: le cause che possono abbassarne i valori

L’emoglobina è una macromolecola dei globuli rossi, costituita da 4 catene di globina (uguali a coppie). È un fattore importante che ha la funzione di trasferire l’ossigeno dal sangue periferico ai tessuti. In caso di carenza del valore nel corpo, una persona va incontro a anemie macrocitiche o a patologie come talassemie e anemia falciforme.

Se il valore dell’emoglobina (abbreviata con HB) tende a calare, desta non poca preoccupazione, anche se nella maggior parte dei casi è facilmente correggibile. Quali sono le cause? Cerchiamo di capirlo insieme.

Emoglobina bassa: le cause

L’emoglobina bassa si può facilmente controllare attraverso le analisi del sangue, e rappresenta un campanello d’allarme per altre patologie di base. Quindi in un simile caso si dovrebbe approfondire la questione e indagare sui motivi per cui il valore dell’HB è basso.

Le cause di abbassamento da emoglobina sono molte e sono:

  • Anemie varie: che possono essere da insufficienza renale, da malnutrizione, da infezione da deficit endocrino etc
  • Alfa talassemia
  • Patologia dell’emoglobina (emoglobinopatia)
  • Beta talassemja o anemia mediterranea: si distingue in beta talassemia major o morbo di Cooley in cui entrambi i geni che sintetizzano l’emoglobina sono mutati, e talassemia minor o trait talassemico, in cui un solo allele è mutato.
  • metaemoglobina
  • Anemia falciforme e anemia perniciosa
  • Mancanza di vitamina B12
  • Utilizzo di farmaci che alterano il Dna e il funzionamento dei globuli rossi

Emoglobina bassa durante la gravidanza

Tra le cause più ricorrenti di emoglobina bassa si riscontra anche la gravidanza. Sono molte infatti le donne che durante i controlli rilevano livelli alterati (bassi) dell’HB tanto che a volte ne i laboratori clinici, i valori di riferimento dell’emoglobina per le donne gravide vengono abbassati.

L’anemia durante l’attesa di un bambino dipende da molti fattori, come una quantità elevata di liquidi corporei che vanno a mischiarsi al sangue, una carenza di ferro e un elevato consumo di folati e vitamina B12.

Che sia in gravidanza o meno comunque, i sintomi da emoglobina bassa ricorrenti comportano pallore, stanchezza, spossatezza, svenimenti, sensibilità a temperature fredde, fino a sintomi più gravi come sangue nelle feci, sanguinamento delle gengive ed epistassi (sanguinamento nasale).

Quali sono i rimedi dell’emoglobina bassa

Sorge dunque spontaneo domandarsi cosa fare in caso di valori bassi dell’HB. Ovviamente bisogna recarsi dal medico curante che una volta esaminato i valori dell’emoglobina deciderà se sia o meno il caso di una trasfusione o se preferisce aspettare un poco e passare ad altri tipi di controlli come ad esempio tutto il quadro clinico passato e presente della persona (alias anamnesi).

Oltre a fare un esame del sangue detto emocromo, ossia  un esame dettagliato del sangue che comprende globuli rossi, emoglobina, globuli bianchi, MCV, piastrine eccetera, sarà di fondamentale importanza fare ulteriori esami del sangue. Si tratta del quadro epatico e renale quindi creatinina, sodio, urea e potassio, insieme a indici di citolisi transaminasi (GOT e GPT) fosfatasi alcalina bilirubina diretta e indiretta.

Dopo aver effettuato dettagliatamente questi esami del sangue il medico saprà con più sicurezza indirizzare il paziente verso una soluzione piuttosto che un’altra: sarà cioè in grado di capire se l’emoglobina bassa sia causata da anemia o da altri problemi ancora da individuare. Per approfondimenti potete anche visitare il sito AnemiaMediterranea.it

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Ossigenoterapia iperbarica quando è utile

Ossigenoterapia iperbarica quando è utile

Come trattamento utile per riattivare i processi metabolici, in caso di emoglobina bassa può essere consigliata l’ossigenoterapia iperbarica, una cura non invasiva che consiste fondamentalmente nella respirazione da parte del soggetto, che evidenzia questa condizione patologica, di ossigeno puro al 100% o miscele gassose iperossigenate all’interno di una camera iperbarica. Sfruttando nello specifico la pressione si favorisce la diffusione dell’ossigeno nel sangue con una concentrazione superiore anche 10 volte rispetto al normale, attivando così una situazione che stimola la formazione di nuovi vasi sanguigni con conseguente mobilitazione anche delle cellule staminali. L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) in questo modo favorisce la  riattivazione dei processi metabolici bloccati, contribuendo allo stesso tempo a migliorare diversi quadri patologici come ad esempio: l’ischemia traumatica acuta, le embolie gassose arteriose, la gangrena gassosa da clostridi, l’osteomielite cronica refrattaria, gli innesti cutanei, le ulcere della pelle, la necrosi ossea asettica, la sordità improvvisa, il piede diabetico, le retinopatie, le infiammazioni alle gengive. In genere per questa serie di patologie è fondamentale intraprendere in maniera tempestiva la terapia iperbarica in quanto si aumenta la possibilità di guarire in breve tempo. Continue reading

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Saturazione di ossigeno pulsossimetro

Saturazione di ossigeno pulsossimetro

In caso di malattie polmonari ed altre problematiche può subire un calo la percentuale di eritrociti che trasporta quantità fisiologiche di ossigeno con effetti sul livello della saturazione di ossigeno da monitorare con il pulsossimetro. Per una rapida indicazione dei livelli di saturazione ematica si può adoperare un dispositivo di facile impiego come l’ossimetro da dito che emette una luce da un lato del dito, mentre sul lato opposto la luce in uscita viene misurata con un rilevatore, si ottiene così una stima della concentrazione di ossigeno a livello ematico in quanto gli eritrociti saturi assorbono e riflettono la luce in modo diverso rispetto alle cellule non sature: i globuli rossi che contengono ossigeno appaiono di colore rosso brillante invece se non sono saturi di ossigeno assumono una colorazione bluastra. Il pulsossimetro è un test non invasivo che richiede l’introduzione di un dito della mano, di un dito del piede oppure di un orecchio nel dispositivo per ottenere la misurazione della quantità di rosso del sangue pulsante attraverso il dito che riflette una luce rossa: più il sangue è rosso maggiore è la saturazione di ossigeno. Si ottiene così la misurazione dell’emoglobina e si rileva la percentuale di saturazione media, in presenza di un valore di 90% si evidenzia un calo della concentrazione di ossigeno a livello ematico. Continue reading

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Riconoscere l’emoglobina bassa dai sintomi

Riconoscere l’emoglobina bassa dai sintomi

Quando le condizioni di salute appaiono più severe è possibile riconoscere l’emoglobina bassa dai sintomi più o meno manifesti, in genere si riscontra nell’uomo una bassa concentrazione di emoglobina quando i valori calano oltre i 12 g/dl, mentre per le donne i valori di emoglobina bassa si attestano solitamente sotto gli 11 g/dl; il range dei valori di riferimento è differente nei neonati e nei bambini, per cui i valori di emoglobina bassa sono quelli sotto i 10 g/dl. Quando l’alterazione della proteina deputata al trasporto dell’ossigeno risulta invalidante si manifestano dei tipici sintomi quali: stanchezza, astenia e debolezza. Il soggetto risente di una certa fiacchezza in quanto i muscoli soffrono della carenza di ossigeno, un deficit che può comportare come conseguenza diretta una vera e propria difficoltà a sostenere i movimenti del corpo. In alcuni casi i soggetti colpiti da persistenti valori di emoglobina bassa possono avvertire frequentemente episodi di tachicardia, dal momento che il cuore cerca di compensare la mancanza di ossigeno, per questo tende ad aumentare la frequenza cardiaca. Possono essere ricondotti nel quadro clinico di tale condizione fisiologica oppure patologica, se connessa con delle malattie, anche altri sintomi quali: mal di testa, vertigini, percezione costante di freddo, raffreddamento a livello degli arti superiori ed inferiori. Continue reading

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Dieta per aumentare i valori di emoglobina

Dieta per aumentare i valori di emoglobina

Diversi fattori possono determinare un abbassamento dei livelli di emoglobina, anche se tra le principali cause fisiologiche di questa alterazione ci può essere una carenza di ferro, minerale fondamentale per la produzione di questo componente proteico dei globuli rossi, in questo caso seguendo una dieta ad hoc si può intervenire per aumentare i valori di emoglobina. Spetta a questa proteina il compito principale di trasportare l’ossigeno nel sangue per cui il corpo ha un bisogno costante di emoglobina: i nuovi globuli rossi vengono prodotti senza sosta dal midollo osseo per sostituire quelli invecchiati che vengono distrutti dal fegato e dalla milza. Per riportare i livelli di emoglobina nel range della normalità qualora non sussistano condizioni patologiche è necessario appurare la causa che determina l’abbassamento dei livelli di emoglobina e tra i fattori eziologici maggiormente implicati si può riscontrare una carenza di ferro nella dieta che può portare ad una forma di anemia da carenza di ferro che a sua volta finisce per influenzare anche i valori dell’emoglobina. Anche lo scarso assorbimento del ferro connesso con disturbi come la celiachia oppure il morbo di Crohn può determinare una riduzione dei livelli di emoglobina. Continue reading

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Valori bassi di emoglobina collagenopatie

Valori bassi di emoglobina collagenopatie

Tra le condizioni patologiche che possono determinare dei valori bassi di emoglobina bisogna segnalare anche le collagenopatie o malattie del collagene, con cui si fa riferimento a delle patologie a carico del tessuto connettivo. Il termine collagenopatie viene usato in maniera impropria, è preferibile invece il termine connettiviti, dal momento che le alterazioni del collagene sono una manifestazione secondaria, la cui eziologia è da rintracciare in un meccanismo autoimmune, le alterazioni sono da associate ad una risposta immunitaria data dalla produzione di anticorpi diretti contro strutture proprie che vengono danneggiate. Vengono identificate in questo gruppo di malattie diverse condizioni patologiche ad eziologia autoimmunitaria, caratterizzate dalla degenerazione del tessuto connettivo, con accumulo tra le fibre collagene di materiale denso ed omogeneo che forma il cosiddetto fibrinoide; tra le malattie che rientrano in questa classificazione patologica vengono solitamente segnalate le seguenti patologie: il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, la sclerodermia, si tratta di una classificazione inadeguata in quanto queste patologie risultano correlate dalla presenza di difetti del collagene. Continue reading

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Talassemia, particolare tipo di anemia ereditaria

Talassemia come particolare forma di anemia

Talassemia-particolare-tipo-di-anemia-ereditaria

Talassemia-particolare-tipo-di-anemia-ereditaria

La talassemia risulta essere una malattia ereditaria, dovuta
ad una mutazione del DNA dell’emoglobina, ossia la
proteina presente nei globuli rossi del sangue, protagonista
indiscussa del trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti
di tutto l’organismo. Tale patologia molto
diffusa lungo tutto lo Stivale, in particolare trova radici in
Sicilia, Sardegna, Calabria e territorio padano. Essa
si sviluppa, come sopra accennato, a causa di un’alterazione
genetica del midollo osseo che diviene incapace di produrre
le giuste e necessarie quantità di emoglobina. Ciò comporta
ovviamente organismi aventi scarsi livelli di emoglobina e di
globuli rossi nel sangue, quindi anemici, affetti da
stanchezza, pallore, episodi di svenimento, nausea e
tachicardia. Continue reading

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Latte, migliore della carne contro l’anemia

Latte per combattere l’anemia

Latte-migliore-della-carne-contro-l'anemia

Latte-migliore-della-carne-contro-l’anemia

Il latte, in particolare quello arricchito di ferro, combatte
forme anche gravi di anemia anche meglio della tanto
osannata carne rossa. L’anemia, ben ostacolata
dall’assunzione di latte ferroso, rappresenta lo scemare
patologico dei livelli di emoglobina nel sangue. Questa
malattia si manifesta con moderata astenia, ossia con una
graduale sensazione di stanchezza, con pallore, tachicardia,
mancanza di appetito, nausea, riduzione della capacità di
concentrazione e di memoria. Nei casi più gravi possono
manifestarsi problemi di splenomegalia e dolori alla milza,
il tutto accompagnato da basso calore corporeo. Continue reading

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Latte alimento segreto per combattere l’anemia

Latte ottimo aiuto contro l’anemia

Latte-alimento-segreto-per-combattere-l'anemia

Latte-alimento-segreto-per-combattere-l’anemia

L’assunzione di latte, in particolar modo di quello arricchito
con ferro, è un ottimo espediente per combattere l’anemia.
Addirittura ha maggiore efficacia rispetto alla carne rossa!
Questa scoperta scientifica sul latte è emersa da uno studio
neozelandese, edito sull’American Journal of Clinical
Nutrition. Lo studio in questione sul latte è nato per riuscire
a combattere ed evitare qualsiasi tipo di carenza di ferro,
deficit veramente pericoloso in molti casi, perchè può
comportare anche problemi cognitivi, relazionali e di
comportamento. Mediamente un uomo adulto presenta fino
a quattro grammi di ferro nell’organismo, contenuto in
quantità variabile nell’emoglobina, nella ferritina, nella
mioglobina, in alcuni enzimi e nella transferrina. Il ferro è
rilasciato dal midollo osseo. Quando si attestano carenze di
ferro, l’organismo ricorre a riserve organiche che permettono
di non soffrire i sintomi tipici di tale deficit. Una delle
malattie più diffuse legate alla carenza organica di ferro è
appunto l’anemia, assolutamente da non sottovalutare
soprattutto se ad incapparvi sono i bambini anche molto
piccoli. Continue reading

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Densità del sangue e valori negli atleti

Densità del sangue negli atleti

atletica-ennaqqqLa densità del sangue, in medicina conosciuta come ematocrito, è un altro elemento del tutto dipendente da
numerose varianti, tramite cui può cambiare più o meno
rapidamente nel corso del tempo. In particolare la densità
del sangue è molto influenzata dalla pratica o meno di
attività sportiva, la quale, in relazione ai livelli a cui è
praticata, tende ad aumentare notevolmente l’ematocrito
soprattutto subito dopo una prestazione prolungata; questo
perchè lo sport è un’attività che inevitabilmente disidrata,
seppur temporaneamente, l’organismo. In poco tempo
comunque e già nella fase di recupero il lavoro sinergico tra
cortisolo e aldosterone stimolano la nuova crescita della
densità del sangue. In tal senso un atleta di resistenza nel
tempo come può esserlo un maratoneta mostrerà sempre una
bassa densità del sangue, esso sarà quindi più fluido.
Nella densità del sangue un valore però deve essere sempre
mantenuto alto se ci si vuole assicurare buone prestazioni
sportive: quello dell’emoglobina. Continue reading

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