Riserva di ossigeno per il cervello nell’emoglobina

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Riserva di ossigeno cerebrale: l’emoglobina

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Recenti studi l’hanno designata la riserva di ossigeno
cerebrale per eccellenza: trattasi dell’emoglobina,
componente principale del sangue, responsabile fra l’altro
della sua forte tonalità rossa. L’emoglobina è una proteina
globulare a struttura quaternaria comprendente dunque
quattro sottounità. Ha natura solubile, è di colore rosso in
quanto cromoproteina, ed è presente nei globuli rossi del
sangue. La sua funzione vitale è quella di trasportare
l’ossigeno a tutti i tessuti che ne hanno bisogno.
L’emoglobina si presenta come riserva di ossigeno per il
cervello in quanto emerso che le sue catene non sono
prodotte solo nei precursori dei globuli rossi, ma appunto
compongono anche alcune cellule del cervello umano. Essa
come riserva di ossigeno cerebrale si esprime nei neuroni
dopaminergici della sostanza nera e nelle cellule gliali che,
nel cervello, circondano i neuroni come un tessuto
connettivo. Lo studio che ha evidenziato come l’emoglobina
sia riserva di ossigeno anche per il cervello, ha utilizzato la
tecnica dei microarrays, piccoli supporti su cui viene
stratificato il Dna di un organismo, dimostrando che
all’aumentare dei geni per le catene globiniche
corrispondono mutamenti nei geni legati all’omeostasi
dell’ossigeno e alla fosforilazione ossidativa.
Pertanto da ciò è stato dedotto che l’emoglobina, oltre che nel
sangue, è in grado di creare riserva di ossigeno anche nel
cervello, proteggendolo da eventuali microischemie.

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Risvolti dell’emoglobina come riserva di ossigeno cerebrale

Il fatto che l’emoglobina crei riserva di ossigeno pure nel
cervello è una scoperta sensazionale che può far approcciare
in maniera molto più costruttiva allo studio di patologie
degeneranti quali Parkinson ed ictus cerebrale. Durante
quest’ultimo infatti, a parte del cervello arriva
meno ossigeno, ma la presenza di emoglobina a tale livello
fa dedurre la prontezza dell’organismo nel dover disporre di
riserva di ossigeno da utilizzare nei casi più gravi.
Considerando questo nuovo aspetto dell’emoglobina quindi
sarà molto più semplice fare passi avanti nella ricerca
medico-scientifica, arrivando un giorno a trovare cure
definitive per mali ancora difficili da comprendere e trattare.

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