Sospetta infertilità: quali esami fare?

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L’infertilità di coppia è una problematica purtroppo molto diffusa. Definibile scientificamente come incapacità di ottenere una gravidanza a seguito di massimo 24 mesi di rapporti completi non protetti, riguarda circa il 15% delle coppie italiane. Nel mondo, la percentuale si aggira attorno al 12. Considerata dall’OMS come una vera e propria patologia, può essere in alcuni casi risolta attraverso le tecniche di procreazione medicalmente assistita.

Prima di arrivare a questo punto, è però necessario soffermarsi sull’iter di esami necessario per arrivare alla diagnosi. Premettendo il fatto che ogni coppia è diversa e che mai come in questo caso è necessario adottare un approccio sartoriale, ricordiamo l’esistenza di alcuni esami che possono essere considerati come riferimento di partenza. Quali sono? Scopriamolo assieme nelle prossime righe.

Infertilità femminile: gli esami pre diagnosi

Per accertare un’eventuale causa femminile dell’infertilità, i ginecologi prescrivono prima di tutto i dosaggi ormonali. Ecco l’elenco degli esami e quando effettuarli:

  • FSH
  • LH
  • Estradiolo
  • Prolattina

In questo caso è molto importante il momento in cui ci si sottopone ai prelievi di sangue. L’ideale è tra il 2° e il 3° giorno del ciclo mestruale. Quando si ha a che fare con il TSH – l’ormone tireostimolante i cui valori sono fondamentali per ottenere una gravidanza in quanto legati a filo doppio all’efficienza dell’ovulazione – con l’antimulleriano, indicatore della riserva ovarica, e con l’Ft4, non ci sono particolari vincoli di tempo.

In alcuni frangenti, lo specialista può prescrivere esami strumentali come l’isterosalpingografia, indagine radiologica caratterizzata da un basso livello di invasività. Questo esame – che a Parma e dintorni può essere effettuato facendo riferimento a un nome di spicco come Radiologia Pasta – ha lo scopo di valutare la pervietà delle tube di Falloppio grazie al ricorso a un mezzo di contrasto. Grazie a questa indagine, si ha altresì la possibilità di individuare eventuali malformazioni uterine.

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Proseguendo con l’elenco degli esami strumentali che si possono chiamare in causa in caso di sospetta infertilità femminile, un doveroso cenno va dedicato anche all’isteroscopia. Procedura di natura endoscopica, permette di analizzare a fondo la cavità uterina e di procedere eventualmente alla rimozione di aderenze intrauterine. In situazioni come quella appena descritta, tipica di chi soffre di endometriosi, si parla di isteroscopia operativa.

Tornando invece agli esami che si effettuano attraverso prelievi di sangue, non si può non citare il pannello delle trombofilie ereditarie. Grazie a questa indagine, il ginecologo ha la possibilità di individuare la presenza di quadri che possono causare aborti precoci. Questa tipologia di esame viene prescritta spesso anche alle donne diabetiche che cercano una gravidanza.

Infertilità con causa maschile: quali esami vengono prescritti?

Nel 20% delle coppie infertili, la causa è legata alla condizione riproduttiva maschile. Per arrivare alla diagnosi, si considera come esame di partenza lo spermiogramma. Questa indagine prevede l’analisi del liquido seminale dell’uomo a seguito di un periodo di astinenza compreso tra i 2 e i 5 giorni. Sono diversi i fattori che vengono valutati dal laboratorio. Si guarda nello specifico il numero degli spermatozoi, la loro motilità e la forma.

Quali sono i parametri di riferimento? A rispondere a questa domanda ci ha pensato l’OMS nel 2010 con le seguenti indicazioni:

  • Concentrazione: 15 milioni di spermatozoi/ml o 39 milioni totali;
  • Motilità progressiva del 32%;
  • Forme normali non inferiori al 4%.

A seguito dello spermiogramma, si può arrivare alla diagnosi di oligospermia, astenospermia o teratospermia. Se possibile, è bene evitare di sottoporsi al test dopo un intervento chirurgico o a seguito della guarigione dalla febbre. In questi frangenti, infatti, il risultato può essere falsato.

Ricordiamo che un altro esame fondamentale per valutare la fertilità maschile è la spermiocoltura, che indaga la presenza di eventuali infezioni a livello spermatico, fattori che possono compromettere fortemente le possibilità di concepimento.

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