Vaginite: cos’è, cause, sintomi, rimedi

Altri articoli
La vaginite

I problemi legati all’apparato genitale femminile sono numerosi e, tra questi, troviamo sicuramente la vaginite, una delle problematiche più diffuse e ricorrenti. In questo articolo, scopriamo cos’è, cosa la provoca, quali sono i sintomi e come eliminarla.

 

Cos’è la vaginite

La vaginite è un’infiammazione acuta o cronica della vagina. In alcuni casi, può colpire anche il collo dell’utero.

 

Si può parlare di due tipologie di vaginite. Ecco quali:

 

  • Primaria: in questo caso, il quadro infiammatorio è originato da fattori che partono dall’interno della vagina;
  • secondaria: in questo frangente, invece, la vaginite è innescata da fattori che hanno origine da una sede anatomica vicina.

 

Cause

La vaginite può avere diverse cause. Tra queste è possibile citare i fattori di natura batterica. Il microbiota vaginale, in condizioni normali, è all’insegna dell’eubiosi. I batteri buoni sono presenti in quantità maggiori rispetto a quelli patogeni.

 

In alcuni casi, i secondi possono aumentare dal punto di vista quantitativo, innescando un quadro di vaginite batterica.

 

La tipologia di batterio patogeno più comune quando si parla di vaginite di questa tipologia è la Gardnerella Vaginalis. 

 

Nella maggior parte delle situazioni, alla base dell’insorgenza del quadro appena descritto ci sono i rapporti sessuali con soggetti infetti.

 

Un’altra tipologia di vaginite è quella da funghi. Si tratta di un’evenienza che insorge nel momento in cui l’equilibrio del microbiota vaginale viene messo a repentaglio a causa di fattori esogeni come le terapie farmacologiche, in special modo quelle antibiotiche.

 

In tali frangenti, ad attecchire sulle pareti della vagina e a proliferare è in particolare il fungo candida albicans.

 

La vaginite può essere provocata anche da infestazioni di parassiti – il più frequente è il Trichomonas vaginalis – e da ipersensibilità agli ingredienti di prodotti utilizzati per l’igiene intima.

 

Un doveroso cenno va dedicato anche alla vaginite atrofica. In questo caso, alla base dell’insorgenza del quadro non fisiologico troviamo modifiche a livello muscolare causate dallo sconvolgimento ormonale tipico della menopausa.

Pubblicità

 

Sintomi

Tra i sintomi della vaginite è possibile includere i cambiamenti cromatici e quantitativi delle secrezioni vaginali, che sono interessate da modifiche riguardanti pure l’odore.

 

Prurito, bruciore, perdite di sangue che si presentano dopo il ciclo mestruale – dato che questo sintomo può essere legato a un’ampia pluralità di condizioni, non tutte degne di attenzione medica, per approfondire, se vuoi, consulta l’articolo sulle perdite ematiche dopo il ciclo – leucorrea in caso di vaginite batterica: ecco alcuni dei sintomi che caratterizzano la problematica oggetto di questo articolo.

 

Da non dimenticare è altresì l’insorgenza di dolore durante la minzione.

 

Prevenzione e risoluzione

La buona notizia è che la vaginite, problema oggettivamente fastidioso, si può prevenire. In che modo? Prima di tutto, è il caso di evitare, a meno che non siano strettamente necessarie, le lavande vaginali.

 

Non dimentichiamo che la vagina ha sì bisogno di essere pulita, ma al pari di tutte le altre parti del nostro corpo.

 

Se si esagera, il risultato è quello di modificare l’equilibrio del microbiota vaginale, aumentando il rischio di avere a che fare con l’insorgenza di infezioni.

 

Un altro suggerimento per prevenire la vaginite prevede il fatto di procedere, dopo i momenti passati alla toilette, a pulirsi partendo dal davanti verso la parte posteriore.

 

Non bisogna assolutamente fare il contrario: il rischio, infatti, è quello di infestare con i batteri patogeni fecali l’ambiente vaginale.

 

Importantissimo è utilizzare il preservativo nei rapporti con partner occasionali o con partner con cui si hanno relazioni stabili, ma che sono affetti da vaginiti.

 

Per quanto riguarda il trattamento, si può procedere ricorrendo, a seconda della tipologia di vaginite, con la somministrazione di terapia antibiotica – quest’ultima, può avere una durata compresa tra i 5 e i 7 giorni – o con farmaci con efficacia antimicotica.

 

In caso di vaginite atrofica, vengono prescritte terapie farmacologiche ormonali.

Pubblicità