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Tags: bambini genitore urologo

Emoglobina alta e minzione frequente nei bambini

18/08/2015

Approfondimenti

dottore_urologoLa salute dei nostri bambini è verosimilmente una delle responsabilità maggiori di essere padre o madre nella nostra società. Sono molte le analisi, svolte nei primi 11 anni di vita dei nostri fanciulli, atte a garantire la migliore condizione fisica e prevenire eventuali problemi o disturbi che potrebbero svilupparsi in fase di crescita.
Troppo spesso però, diagnosi mediche spesso concentrate su corporatura e capacità muscolare dell’infante, tendono a non dare la giusta importanza all’analisi della concentrazione di emoglobina nel sangue o a determinare l’eventuale presenza di tracce di emoglobina nelle urine dei bambini.
Uno dei sintomi che dovrebbe allertare da subito un genitore responsabile è l’aumento della frequenza di urinare da parte del bimbo. Un segnale che diviene ancora più evidente nei casi di nicturia, durante i quali le mamme e i papà sono costretti a svegliarsi nel cuore della notte per accompagnare i piccoli in bagno, sollecitati da un impellente bisogno di urinare.


Naturalmente se lo stimolo di espellere le urine diviene frequente, che coincide solitamente con un numero di “scappatelle” verso il gabinetto compreso tra 8 e 15 volte al giorno, bisognerà al più presto portare il pargoletto dal pediatra e stabilire una visita completa e un’analisi del sangue a 360°, con una certa urgenza.
Naturalmente sarà compito dell’urologo capire le cause del perchè si fa la pipì così spesso e quindi comprendere il perché della presenza di tracce di sangue nelle urine. L’emoglobina alta è un problema che caratterizza purtroppo la vita dei più piccoli, molto più di quanto possiamo immaginare. Ogni genitore conosce bene la paura e i brividi provati ogni qual volta si ci ritrova di fronte all’immagine di gocce rosse di sangue, mischiate con la pipì. Trattasi di episodi che, dal punto di vista emotivo, provano molto più la psiche di un genitore, di quanto possa determinare la visione di sangue nelle feci di proprio figlio.
La convinzione che le emorroidi siano più facili da curare rispetto agli sforzi per ridurre la presenza di emoglobina nella pipì è alla base delle paure a cui alludevamo.

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Il caso più difficile da trattare resta quello dell’ematuria isolata. La difficoltà di riscontrare dei sintomi così evidenti nel bambino, come possono essere bruciori vescicali o i principi di colite infantile, rendono ancora più ardua la fase di studio di questo disturbo e di conseguenza l’inizio di un trattamento risolutivo. In questo caso la quantità dei globuli rossi è velatamente maggiore rispetto a quelli che contraddistinguono un soggetto sano. Si immagina facilmente come questa condizione renda difficoltoso individuare il disturbo con semplicità. Se la “troppa minzione” però affetta una percentuale di popolazione di età inferiore agli 11 anni pari al 22%, per fortuna i bimbi colpiti da microematuria isolata è solo dello 0,1-0,2%. Un dato confortante, ma che non deve far abbassare la guardia di fronte all’aumento dei casi di emoglobina alta nelle urine dei bimbi, riscontrato nell’ultimo decennio in Italia.

L’emoglobinuria, sappiamo bene, potrebbe essere il segnale di un qualcosa, anche grave, che sta accadendo nel fragile corpicino del bambino. Sarà il colore rosso più intenso a far nascere sospetti maggiori circa la presenza di qualcosa di più difficile da contrastare rispetto ad una semplice logorio a livello intravascolare.
La prima considerazione da fare riguarderà l’eventuale somministrazione di farmaci a cui con ogni probabilità è stato sottoposto nostro figlio. Questo aspetto infatti è in grado di trasformare la tonalità della pipì in un rosso sanguigno, molto acceso, senza che nulla di irrimediabile sia successo nell’organismo della creatura. Basterà analizzare ed eventualmente accertare qualche intolleranza a medicinali specifici per risolvere il problema senza troppe difficoltà, in questo caso.
Di ben altra natura invece si dimostra il problema quando si libera una quantità così elevata di emoglobina, da non riuscire ad essere regolarmente smaltita e quindi viene riversata prima nei reni e poi nella vescica, mischiata con l’urina.

Se negli adulti il tasso maggiore di emoglobinuria è connesso a grandi sforzi fisici reiterati, come ad esempio nel sollevamento di oggetti di grandi dimensioni (non a caso si parla spesso di “patologia da trasloco”), quando si parla di bambini la faccenda si complica.
Come si è sottolineato quindi sarà fondamentale tenere sotto controllo il numero di pipì dei nostri figli, ma allo stesso tempo garantire sempre il giusto apporto di liquidi al loro corpo, onde scongiurare qualsiasi tipo di episodio di disidratazione.

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